Giudizi in forma discorsiva

L’impiego dei giudizi in forma discorsiva per esprimere la valutazione dell’apprendimento risponde all’esigenza di descrivere la situazione dell’alunno per facilitarne la comprensione, (fra docenti, da parte delle famiglie e degli stessi allievi) con l’individuazione di carenze, di punti di forza, in chiave proattiva. Come molta critica docimologica ha mostrato, tuttavia, l’uso di tale forma comunicativa presenta numerose insidie e richiede particolare vigilanza da parte dei valutatori: è frequente, infatti, il ricorso a criteri diversi da un insegnante all’altro, il riferimento a criteri non univoci, evocati in maniera non sistematica, nonché la limitata precisazione dei livelli di profitto o una loro espressione secondo modalità poco chiare e soggettivamente interpretabili. Tra le indicazioni fondamentali da tenere presenti nell’impiego dei giudizi discorsivi, similmente a quanto accade per i profili, vi è l’esigenza di stabilire preventivamente i criteri di lettura della preparazione e della situazione dello studente, secondo modalità coerenti con i traguardi di apprendimento attesi, con chiarezza anche sul piano degli elementi da osservare concretamente; anche in questo caso, vanno precisati livelli di raggiungimento per ciascun criterio in forma chiara, stabile, possibilmente secondo gradi equidistanti.