Scaffolding

Il termine scaffolding viene utilizzato in psicologia e pedagogia per indicare l’aiuto dato da una persona ad un’altra per svolgere un compito. Il termine deriva dalla parola inglese scaffold, che, letteralmente, indica “impalcatura” o “ponteggio”. Letteralmente ci si riferisce alle impalcature di tipo edilizio, di legno o di acciaio, che consentono agli operai di svolgere lavori di costruzione o ristrutturazione. In ambito didattico tale termine ha assunto il valore metaforico di sostegno, supporto, guida al processo di apprendimento di un ragazzo, messa in atto dal docente o da un compagno, che lo aiuta progressivamente ad emanciparsi e ad assumere in modo autonomo percorsi di conoscenza. Il termine scaffolding venne utilizzato per la prima volta in ambito psicologico in un articolo scritto da J. Bruner, D. Wood e G. Ross, nel 1976 e pubblicato dal Journal of Child Psychology and Psychiatry. In questo articolo venivano descritti delle modalità di interazione tra un tutor ed un bambino che deve costruire una piramide tridimensionale in blocchi di legno. Il termine venne usato come metafora per indicare l’intervento di una persona più esperta che ne aiuta una meno esperta ad effettuare un compito, risolvere un problema o raggiungere un obiettivo che non riuscirebbe a raggiungere senza un adeguato sostegno così come le impalcature sostengono gli operai durante i lavori edilizi. Si tratta, dunque, del sostegno che un esperto (adulto o pari) offre ad un apprendista durante la costruzione attiva del suo processo di apprendimento. Una comprensione del concetto di scaffolding  può essere offerta dalla lettura  del concetto di ” zona di sviluppo prossimale” di S. Vygotskji che indica le competenze potenzialmente acquisibili che  un allievo potrebbe raggiungere con l’aiuto di una figura esperta andando oltre l'”area effettiva di sviluppo”, cioè le competenze effettivamente acquisite da un soggetto ad un certo momento dello sviluppo cognitivo.