Il termine “merito” rimanda a una sorta di diritto alla stima, alla riconoscenza, alla giusta ricompensa in virtù delle capacità personali, dell’impegno profuso, delle prestazioni effettuate, delle qualità e del valore dimostrati. Definisce dunque, quel fattore per il quale a una persona spetta un’opportunità educativa o formativa, un’abilitazione, un impiego, un incarico, una ricompensa, ma anche un premio, un onore, un elogio. Così inteso, il merito cambia nei diversi requisiti a seconda di ciò che dovrebbe essere assegnato. I fattori rilevanti possono essere i caratteri e le capacità (le conoscenze e le competenze) necessari per svolgere le mansioni associate a professioni, impieghi e incarichi; le abilità innate giudicate superiori (i talenti) e infine, la capacità produttiva valutata in termini di impegno, di risultato o di una qualche combinazione di impegno e risultato. Dal concetto di merito deriva quello di meritocrazia nato negli Stati Uniti e introdotto in Italia negli anni 1970 con riferimento sia ai sistemi di valutazione scolastica basati sul merito, sia alla tendenza a premiare, nel mondo del lavoro, chi si distingua per impegno e capacità.
Bibliografia di riferimento
Abravanel R. (2008), Meritocrazia, Mondadori, Milano
Dench G. (a cura di) (2006), The rise and rise of meritocracy, Blackwell, Oxford