Grant Wiggins pedagogista statunitense, è presidente e direttore del Research for the Center on Learning Assessment and school structure, oltre che presidente della Authentic Education in Hopewell, New Jersey.
I suoi studi si concentrano soprattutto nel campo della valutazione, introducendo il concetto di valutazione alternativa o autentica, che mira ad accertare non solo ciò che uno studente conosce, ma ciò che “sa fare con ciò che sa”. Presupposto di fondo è che l’apprendimento scolastico non si dimostra con l’accumulo di nozioni, ma con la capacità di generalizzare, trasferire ed utilizzare le conoscenze acquisite in contesti reali. Wiggins sottolinea che la valutazione è autentica quando si analizza la prestazione di uno studente in compiti intellettuali significativi e reali, per cui è indispensabile predisporre prove che richiedano agli allievi di utilizzare processi di pensiero più complesso, impegnativo ed elevato.
I presupposti teorici da cui deriva la valutazione autentica sono:
- La finalità della scuola è preparare cittadini “produttivi”, capaci di svolgere compiti significativi in contesti reali.
- La scuola deve aiutare gli studenti ad acquisire le competenze necessarie allo svolgimento di compiti autentici.
- La scuola deve verificare se gli studenti sono in grado di svolgere i compiti richiesti dal mondo reale.
La valutazione, assume, quindi, un ruolo centrale, fa da guida al curricolo. Wiggins evidenzia la necessità della costruzione di un curricolo per l’apprendimento significativo attraverso la progettazione. E’ fondamentale che gli insegnanti migliorino le proprie capacità progettuali, così da inserire la classe in un progetto che si sviluppa attivamente, attribuendo senso a tutto ciò che si fa, altrimenti si rischia che le esperienze risultino prive di valore positivo e costruttivo.
Le caratteristiche della valutazione autentica, indicate da Wiggins, sono:
- Realistica: i compiti assegnati replicano i modi in cui le conoscenze e le abilità del discente sono “controllate” in situazioni reali.
- Richiede giudizio e innovazione: lo studente deve essere in grado di utilizzare le sue conoscenze e abilità per risolvere problemi non strutturati, per la cui soluzione è richiesto di più che seguire una procedura stereotipata o far ricorso ad una mera conoscenza.
- Richiede agli studenti di “costruire” la disciplina: gli allievi non dovranno più semplicemente replicare ciò che è stato loro insegnato, ma dovranno portare a termine un’esplorazione e lavorare “dentro” le diverse discipline.
- Replica o simula i contesti nei quali gli adulti sono “controllati” sul luogo di lavoro, nella vita civile e nella vita personale: gli studenti devono poter sperimentare cosa significa svolgere un compito in un contesto reale, che spesso risulta essere poco chiaro e disordinato.
- Accerta l’abilità dello studente a usare efficientemente e realmente un repertorio di conoscenze e di abilità per negoziare un compito complesso: gli studenti dovranno utilizzare in modo integrato tutte le loro risorse.
- Permette appropriate opportunità di ripetere, di praticare, di consultare risorse e di avere feedback su di esse, oltre che perfezionare la prestazione e i prodotti: la valutazione deve mirare a migliorare la prestazione degli studenti, permette di comprendere e correggere l’errore, di colmare le distanze che vengono rilevate negli apprendimenti, di avanzare al livello successivo di conoscenze e abilità.
Tra le sue opere più significative
Wiggins G. (1998). Educative assessment. San Francisco: Jossey – Bass Publishers
Wiggins G. (1999). Assessing student performance – exploring the purpose and limits of testing. San Francisco: Jossey – Bass Publishers
Wiggins G., McTighe J. (2004). Fare progettazione: la “teoria” di un percorso didattico per la comprensione significativa. Roma: LAS
Wiggins G., McTighe J. (2004). Fare progettazione: la “pratica” di un percorso didattico per la comprensione significativa. Roma: LAS