Mager

Mager Robert Frank (1923) pedagogista americano, noto per i suoi studi nell’ambito delle metodologie dell’insegnamento, elabora un approccio di derivazione comportamentista nella definizione degli obiettivi. In Preparing Instructional Objectives (1975) sostiene che l’obiettivo è “la descrizione di una performance che gli studenti devono essere in grado di mostrare per essere considerati competenti; descrive, cioè, il risultato che l’istruzione si prefigge piuttosto che il metodo didattico”. Un obiettivo si identifica con un comportamento osservabile e misurabile tenendo conto delle specifiche condizioni di performance esplicitate e dei criteri a cui attenersi per confrontare la prestazione attuale con quella ipotizzata. Secondo Mager un obiettivo efficace dovrebbe possedere tre caratteristiche:

  • la condizione (condition statament), intesa come l’insieme delle circostanze entro le quali la performance sarà testata, il contesto dotato di materiali e risorse;
  • la performance, l’obiettivo deve indicare sempre ciò che l’alunno deve essere in grado di fare. Il comportamento, in questo caso, va osservato e misurato;
  • il criterio: il livello richiesto che specifica con quanta abilità l’alunno dovrà eseguire la sua performance affinché l’obiettivo possa considerarsi raggiunto (ad esempio in quanto tempo deve eseguire il compito, con quanta precisione…). Mager chiarisce quanto esposto con un esempio:
    “given a linear algebric equation with one unknown be able to solve (write the solution) for the unknown without the aid of references, tables or calculating devices” (Mager, 1975, p.50).

Il problema rappresenta la condizione nella quale si inscrive un comportamento, che deve essere osservabile e misurabile, rispetto al criterio definito in precedenza e che permette di confrontare la prestazione ottenuta con quanto previsto.

L’autore suggerisce delle valide raccomandazioni da adottare in fase di costruzione di un obiettivo:

  • usare la seconda persona singolare;
  • esplicitarlo secondo una forma narrativa;
  • utilizzare dei verbi appropriati per definire il comportamento da osservare, così da rendere chiaro l’obiettivo di apprendimento;
  • evitare il ricorso a verbi generici, quali: sapere, conoscere.

Naturalmente la visione di Mager si concentra sull’analisi del prodotto non sul processo d’apprendimento. Il suo interesse per la didattica è evidenziato nelle sue produzioni: in Goal Analysis (1972) fornisce un processo pratico di risoluzione dei problemi, fondato su una procedura step-by-step. In tal modo, sostiene l’Autore, si economizzano le risorse materiali/immateriali, il tempo e si risale alla vera causa del problema, in maniera efficace ed efficiente, al fine di individuare possibili soluzioni concretamente attuabili e realizzabili. In How to Turn Learners On… Without Turning Them Off (1997) affronta la tematica della motivazione, riportando delle linee guida da adottare per favorire il coinvolgimento attivo degli studenti nel processo di insegnamento-apprendimento. Per accrescere il loro interesse, il docente è chiamato a chiarire i contenuti culturali fornendo degli esempi, a ridurre l’insorgere della frustrazione, motivo di abbandono e di rinuncia da parte dell’allievo. Con l’introduzione del framework CRI (Criterion Referenced Instruction) l’Autore fornisce una serie completa di indicazioni, di strumenti e di metodi validi per la progettazione degli interventi formativi parimenti agli strumenti e alle schede, a cui dover ricorrere per la verifica degli apprendimenti, che riportano i risultati ottenuti dagli allievi. Nella progettazione di un corso di formazione, afferma Mager, vanno definiti: gli obiettivi generali e didattici, che descrivono le competenze da sviluppare; la performance, ossia specificare i risultati da conseguire in base ai criteri stabiliti e la valutazione degli apprendimenti in termini di conoscenze-competenze, specificate negli obiettivi, per creare delle unità di apprendimento in base a quanto stabilito. Lo studente, a sua volta, attraverso strumenti di verifica strutturati (i test) sarà in grado di verificare il proprio livello di apprendimento. In tal modo, si personalizzano i programmi di formazione avvalendosi dell’adozione di supporti differenti.


Tra le sue opere più significative

Mager, R. F. (1962), Preparing instructional objectives Belmont, CA: Fearon Publishers.
Mager, R. F. (1968), Developing attitude toward learning.London: Lake Publishing Company
Mager, R. F. (1972), Goal analysis. Belmont, CA: Fearon Publishers.
Mager, R. F. (1978), Measuring instructional intent; or, Got a match?  Fearon Teacher Aids
Mager, R. F. (1997 ), How to Turn Learners On… Without Turning Them Off. 3 rd. ed.Atlanta: CEP


 

Tra i suoi scritti più significativi

Mager, F.R., Pipe, P. (1984).Analyzing performance problems; or, You really oughta wanna.Belmont, CA: Fearon Publishers.
Mager, R. F., Pipe, P. (1991). R.I: criterion-referenced instruction: analysis, design, and implementation. Atlanta: CEP.