Sergiovanni

Thomas J. Sergiovanni è uno studioso americano di fama internazionale. Le sue idee e teorie sulla leadership educativa hanno contribuito a ridisegnare la comprensione di come le scuole possono operare con successo e in che modo i leader educativi possano guidarle più efficacemente. Sergiovanni è professore di Educazione e di Amministrazione presso la Trinity University di San Antonio (Texas); inoltre è stato senior fellow presso il Center for Education Leadership, nonchè direttore e fondatore del Centro dei Principals Trinity.

E’ autore di numerosi libri, tra cui si possono richiamare: Moral Leadership: Getting to the heart of school improvement (Jossey-Bass, San Francisco, 1992); Building Community in Schools (Jossey-Bass, San Francisco, 1994); Leadership for the Schoolhouse ((Jossey-Bass, San Francisco, 1996); The Lifeworld of Leadership: Creating Culture, Community, and Personal Meaning in Our Schools (Jossey-Bass, San Francisco, 2000). Alcuni suoi testi hanno avuto anche traduzione in lingua italiana, come ad esempio i saggi scritti in collaborazione con R.J. Starratt, Dirigere la scuola comunità che apprende, LAS, Roma 2002, e  Valutare l’insegnamento, LAS, Roma, 2003.

Per Sergiovanni, l’apprendimento e la leadership sono intrinsecamente legati al miglioramento di una scuola efficace e sostenibile. Ripercorrendo le origini delle teorie tradizionali della leadership applicate nella scuola, lo studioso sfata la convinzione, oggi molto diffusa, che le teorie della leadership possano essere “importate” dal mondo aziendale. Al contrario, le scuole hanno bisogno di sviluppare proprie teorie e pratiche di leadership che si adattino alle culture specifiche delle singole scuole. In particolare la tipologia di leadership da promuovere è quella “educativa”, nel senso che il dirigente scolastico e la comunità scolastica (concepita come “comunità morale”) si sforzano insieme di raggiungere i livelli più alti di efficacia attraverso un comune impegno e responsabilità. Infatti per Sergiovanni è la comunità il fattore più importante delle “scuole efficaci”, in quanto ambienti di alta qualità, “comunità della mente”, con ideali, scopi ed emozioni condivisi. Le scuole possono essere concepite pertanto come:

  • comunità di apprendimento, luoghi in cui gli studenti e altri membri della comunità scolastica si dedicano a riflettere e a crescere sul piano umano, in cui l’apprendimento è sia uno stile di vita che un processo,
  • comunità collegiali, luoghi in cui i membri si relazionano per un beneficio reciproco e per perseguire fini comuni, stabilendo un senso di interdipendenza e di obbligo reciproco,
  • comunità di “cura”, luoghi in cui i membri si dedicano totalmente gli uni agli altri e in cui le caratteristiche che definiscono le loro relazioni sono di carattere morale,
  • comunità inclusive, luoghi in cui le differenze di natura economica, religiosa, culturale sono accolte insieme e godono di reciproco rispetto,
  • comunità di ricerca, luoghi in cui i dirigenti scolastici e gli insegnanti si dedicano in uno spirito di indagine collettiva mentre riflettono sulla loro pratica e cercano le soluzioni dei problemi che incontrano.

In tale prospettiva comunitaria, lo sviluppo professionale degli insegnanti resta fondamentale per il successo di una scuola, in quanto, secondo l’Autore, “appena le connessioni comunitarie intervengono nelle scuole, esse sostituiscono i sistemi formali di supervisione, valutazione e formazione del personale”.