a cura di Chiara laici
Marlene Scardamalia e Carl BereiterI sono due studiosi dell’Università di Toronto – Ontario Institute for Studies in Education (OISE) e co-fondatori dell’Institute for Knowledge Innovation & Technology (IKIT), una rete mondiale di innovatori che lavorano alla promozione della costruzione di conoscenza (Knowledge Building) in vari settori.
Marlene Scardamalia ha ottenuto il B.A. al Clarion State College (1966), ha conseguito il dottorato in psicologia applicata alla University of Toronto/Ontario Institute for Studies in Education (1973). Dal 1985 è docente al Centre for Applied Cognitive Science and Curriculum, e dal 2002 insegna Tecnologie dell’istruzione e della conoscenza all’Università di Toronto. Collabora con numerose riviste internazionali (Qwerty: Journal of technology and culture; Educational Psychologist; The Nordic Journal of Digital Literacy; Cognition and Instruction) ed ha ottenuto premi e riconoscimenti per il suo lavoro di ricerca.
Carl Bereiter ha realizzato i suoi studi in letteratura comparata (B.A., 1951 e Master 1952), ed il dottorato di ricerca in educazione (1959) all’Università del Wisconsin. È attualmente professore emerito all’Università di Toronto, dove insegna dal 1967. Dal 1996 è co-direttore del progetto di ricerca Education Common nella stessa università. È membro della U.S. National Academy of Education ed ha ottenuto riconoscimenti e premi internazionali per i suoli lavori di ricerca sull’istruzione, la psicologia cognitiva e le politiche in campo educativo.
Scardamalia e Bereiter propongono un modello psico-pedagogico definito “Knowledge Building Community” (nato con il loro progetto C.S.I.L.E. – Computer Supported Intentional Learning Environments – diventato poi Knowledge Forum) che considera fondamentale, nell’attuale era della conoscenza, l’essere in grado di manipolare la conoscenza in modo creativo e generare sempre nuove conoscenze di fonte ai problemi della quotidianità e della vita professionale. Tale approccio, basato sulla costruzione di conoscenza (Knowledge Building), si propone di sviluppare nelle persone competenze che permettano di muoversi ed agire consapevolmente e creativamente, competenze non legate ad un apprendimento fine a se stesso, ma che permettano una utilizzazione efficacie delle conoscenze apprese nel risolvere problemi “in situazione”. Risolvere problemi diventa quindi l’aspetto centrale della competenza, il che comporta la capacità di ricombinare le proprie conoscenze o di produrne delle nuove per far fronte a situazioni problematiche (cfr. Cacciamani, Giannandrea 2004). Gli autori considerano quindi la conoscenza come un oggetto sociale e socialmente distribuito. Riprendendo alcune riflessioni di Karl Popper, sostengono che la scuola non dovrebbe focalizzare la sua attenzione sull’acquisizione di conoscenza o sull’apprendimento del singolo studente, ma essere riorientata in modo tale da metter in grado ogni studente di costruire una conoscenza che sia utile per la comunità di cui fa parte. La classe viene così considerata come una comunità di ricerca che costruisce conoscenza collaborativamente, una Knowledge Building Community, dove ci si impegna in attività di indagine volte a produrre idee di valore per la comunità di cui si è parte. Affinché ciò si realizzi è necessario però che ciascun membro della comunità si ponga come obiettivo principale del proprio lavoro il migliorare la costruzione di nuove idee da mettere a disposizione della comunità e non l’ottenere una buona prestazione individuale. L’apprendimento stesso non è il fine ultimo dell’attività di ricerca, ma è un’attività intermedia che permette al soggetto di acquisire tali conoscenze e procedure utili a promuovere l’avanzamento della conoscenza della comunità. Ecco che in tal modo gli studenti diventano dei veri e propri Knowledge Builders e l’insegnante diventa un esperto coinvolto all’interno del processo di costruzione di conoscenza (cfr. Cacciamani 2003, 2004). Particolare interesse viene posto sulla preparazione stessa degli insegnati che debbono essere educati a elaborare un pensiero “trasformativo” che invece di trattare le conoscenze in modo statico, le considera come continuamente rinegoziabili e trasformabili (cfr. Ligorio 2003).
Secondo gli studiosi canadesi, alla base della costruzione di conoscenza vi è l’abilità euristica di cercare spiegazioni alle situazioni problematiche e non semplicemente cercare una mera risposta esatta. La costruzione di conoscenza implica perciò un attivo coinvolgimento di tutti gli attori della comunità che rielaborano e negoziano i significati, mettono insieme e rielaborano in modo creativo interpretazioni personali, definizioni scientifiche, attribuzioni di significato quotidiano ed anche di senso comune (cfr. Ligorio, Hermans 2005).
In tale processo le tecnologie svolgono un ruolo molto importante e Scardamalia e Bereiter hanno realizzato un ambiente multimediale di collaborazione online chiamato CSILE/Knowledge Forum che si pone l’obbiettivo di promuovere un apprendimento progressivo e collaborativo a scuola rendendo trasparenti i processi sociali e individuali di costruzione dei significati (cfr. Varisco 2002). L’ambiente si presenta come una banca dati in cui gli studenti possono inserire note (testi scritti, grafici, immagini, ecc.) organizzabili in spazi di discussione tematici. Lo sviluppo della discussione è reso visualizzabile dal software che genera delle linee che rappresentano il legame tra le note inserite. Nella scrittura delle varie note è richiesta una attività riflessiva di varia natura che può andare dal riconoscimento delle note non lette al riconoscimento dei lettori delle proprie note. Il sistema prevede l’uso di scaffolds, ovvero strutture linguistiche predefinite, etichette che l’autore deve attribuire alle proprie note in modo da guidare la lettura e la scrittura stessa delle note, utili inoltre a creare meta categorie di costruzione del discorso. Tale approccio permette di impegnare gli studenti pienamente e fin da piccoli nel processo di costruzione di conoscenza, sostenere discussioni complesse in diversi ambiti trasversali ai vali livelli di scolarizzazione (cfr. Ligorio 2003; Cacciamani, Giannandrea 2004).
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Risorse on line
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Marlene Scardamalia, IKIT: http://ikit.org/people/scardamalia.html; CTL:http://www.oise.utoronto.ca/ctl/Faculty_Staff/Faculty_Profiles/1229/Marlene_Scardamalia.html
Qwerty: Journal of technology and culture: http://www.ckbg.org/qwerty