WEB 2.0

con la collaborazione della dott.ssa Chiara Laici

Il Web 2.0 indica la seconda fase di sviluppo del World Wide Web, originariamente inventato da Tim Berners Lee al CERN di Ginevra nel 1989. Berners Lee immaginava il Web come uno spazio di informazione a cui tutti potessero avere accesso immediato e intuitivo, “non solo per navigare ma anche per creare” (Berners-Lee T., 2001, p. 139). Di fatto il Web di prima generazione o Web 1.0, basato sul linguaggio HTML e sul protocollo TCP IP per la scrittura e la trasmissione a pacchetti dei dati, è stato un Web caratterizzato dalla diffusione unidirezionale dei contenuti da parte delle grandi imprese ICT, contenuti che gli utenti non esperti di codice informatico ricevevano in modo piuttosto passivo. Il Web 2.0, basato invece sul linguaggio XML, segna il passaggio ad un web in cui le persone possono diventare protagoniste attive nell’utilizzo e nella creazione di contenuti, applicazioni e servizi. Secondo l’editore americano Tim O’Reilly, a cui si fa risalire questo concetto emerso durante la Web 2.0 Conference di San Francisco (2004), il Web 2.0 è “un insieme di tendenze economiche, sociali e tecnologiche che formano collettivamente la base per la futura generazione di Internet, che diventa un mezzo più maturo” (O’Reilly T., 2005). È un Web inteso come piattaforma, dove non è necessario scaricare e installare applicativi sul computer, in quanto già disponibili in Rete e di fatto notevolmente più semplici da gestire ed utilizzare. Il Web passa così da uno spazio di download e di sola lettura (“read only”) ad uno spazio di lettura, scrittura (“read-write”), riscrittura e partecipazione attiva, tanto che si parla di un attore del web che è “prosumer” ovvero contemporaneamente produttore e consumatore di contenuti e servizi. Tutto questo è stato sostenuto da reti peer to peer, dal file sharing (la condivisione di file), e soprattutto dalla cultura Open Source e la sua politica di apertura del codice.

Gli strumenti del Web 2.0 sono generalmente chiamati Social Software, ovvero software pensati appositamente per sostenere al massimo la dimensione sociale della Rete.  Blog, Social Networking, Wiki, Folksonomies e molte altre applicazioni del Web 2.0, permettono alle persone di incontrarsi, interagire, collaborare e costruire in Rete, creare comunità online.

Pur non essendo stati pensati e progettati per usi didattici, gli strumenti del Web 2.0, proprio per le loro potenzialità rispetto alla possibilità di comunicare, collaborare e condividere

conoscenza e creatività online e integrazione tra apprendimento formale, non formale e informale, si stanno dimostrando come interessanti strumenti per integrare ed espandere le tradizionali attività didattiche svolte in aula. Le attività svolte con questi strumenti e ambienti possono consentire infatti agli studenti (ma anche ai docenti) di sperimentare una dimensione sociale nell’apprendimento, creare quindi comunità di apprendimento, proprio perché le attività a loro connesse richiedono un’elevata interazione sociale: una didattica 2.0 in cui la costruzione di conoscenza diviene lo stile di lavoro più normale.

Di fatto gli strumenti del Web 2.0 non hanno fatto altro che restituire al Web la sua caratteristica originaria così come l’aveva pensata il suo ideatore Berners Lee: essere un luogo dove le persone possono non solo fruire e quindi essere destinatari di informazioni, contenuti, servizi, ma possono anche comunicare e costruire creativamente nuovi prodotti di conoscenza in un Web che sfrutta l’intelligenza collettiva ed è inteso come “un luogo di esplorazione di problemi, di discussione pluralista, di messa a fuoco di problemi complessi, di decisioni collettive e di valutazione dei risultati che siano a misura delle comunità coinvolte” (Lévy P., 1996, p. 73).


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Berners-Lee T. (2001), L’architettura del nuovo Web. Dall’inventore della rete il progetto di una comunicazione democratica, Milano, Feltrinelli.
Lévy P. (1996), L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del cyberspazio, Milano, Feltrinelli.
O’Reilly T. (2005), What Is Web 2.0, Url: http://oreilly.com/web2/archive/what-is-web-20.html


PER L’APPROFONDIMENTO E LA RICERCA

Fini A., Cigognini M.E. (a cura di) (2009). Web 2.0 e social networking. Nuovi paradigmi per la formazione, Trento, Erickson.
Musser, J. , T. O’Reilly. (2006). Web 2.0 Principles and Best Practices. O’Reilly Media, Inc.
Nelson, J., Christopher, A., & Mims, C. (2009). TPACK and Web 2.0: Transformation of teaching and learning. TechTrends, 53(5), 80-87.
Petrucco C. (a cura di) (2010). Didattica dei Social Software e del Web 2.0, Cleup, Padova.
Rivoltella P.C., Ferrari S. (a cura di) (2010). A scuola con i media digitali. Problemi, didattiche, strumenti. Milano, Vita e Pensiero.


RISORSE ON LINE

Michael Wesch della Kansas State University ha diffuso in You Tube nel 2007 un video chiamato “Web 2.0 … The Machine is Us/ing Us” in cui presenta in modo interessante e innovativo il “nuovo Web” (http://www.youtube.com/watch?v=NLlGopyXT_g )

Gli strumenti Web 2.0 permettono agli insegnanti di condividere in rete documenti (Scribd: www.scribd.it), presentazioni (Slideshare: www.slideshare.com), recensioni di libri da commentare con gli studenti (Anobii: www.anobii.com), di comunicare con studenti lontani da scuola (Skype: www.skype.com), di scrivere collaborativamente un testo con wiki (Pb Works: http://www.pbworks.com/; Wikispaces:www.wikispaces.com), o creare un blog di classe (Word Press: http://it.wordpress.com; Blogger: www.blogger.com). Con Google è possibile avere a disposizione online una suite integrata di servizi quali account email, editor di blog, gestione delle immagini, gestione e condivisione di documenti e del calendario, il tutto disponibile anche in Google Apps for Education (http://www.google.com/apps/intl/it/edu).