Rubrica come strumento di auto-valutazione

a cura di Marilena Sansoni

Nella scheda si analizza la rubrica come strumento di auto-valutazione.

Esprimere una valutazione circa la qualità di un prodotto o di una prestazione può risultare un’operazione altamente condizionata da fattori soggettivi. Diversi valutatori, ad esempio, potrebbero valutare in diverso modo la qualità di un riassunto scritto, dipendendo fortemente la loro valutazione dai criteri utilizzati come riferimento. La rubrica rappresenta uno strumento utile a rendere esplicita la scelta di tali criteri, che saranno sempre disponibili sia al docente che allo studente. Anderson (2003), la cui definizione di rubrica è riportata in Varisco (2004, p.302), la descrive come: «una guida allo scoring [assegnazione di punteggi] che dà la possibilità di formulare giudizi attendibili sulla qualità delle risposte date dallo studente a compiti ad ampia risposta [progetti, o compiti “estesi”]. Include criteri espliciti, un sottostante continuum per ciascun criterio, e una descrizione verbale [e/o un punteggio] che connota le differenze di qualità delle risposte date dallo studente».

Una rubrica è composta, secondo Popham (1997), da tre elementi essenziali:

  1. Lista di criteri valutativi. Stabilire i criteri valutativi di una rubrica significa stabilire quali sono gli elementi che verranno considerati fondamentali per definire un lavoro ben fatto.
  2. Definizioni di livelli di qualità. Ogni criterio individuato viene articolato in diversi livelli di qualità, permettendo, di conseguenza, la collocazione di un determinato lavoro lungo una scala di valore. Ciascun livello verrà delineato attraverso una specifica descrizione, che dovrà essere il più possibile chiara e concreta. Per questo motivo, dovranno essere presenti degli indicatori, ovvero delle definizioni operative che permettano di designare quali elementi osservabili siano in grado di stabilire se quell’aspetto è presente o meno ed in quale misura. Per rendere la valutazione ancora più trasparente, risulta inoltre necessario inserire delle ancore, ovvero degli esempi concreti che rendano l’idea delle prestazioni o degli artefatti rappresentativi di ciascun livello (Mc Tighe, Ferrara, 1996).
  3. Strategia di assegnazione punteggio. Costruire una rubrica implica anche decidere il modo in cui tutti gli elementi precedentemente descritti verranno analizzati ai fini della valutazione. Il valutatore potrà prendere in considerazione tutti i criteri individuati, aggregandoli all’interno di una visione complessiva, oppure potrà assegnare un punteggio specifico per ciascun criterio, potendo determinare poi se assemblarli o meno in un quadro unitario. Dalla scelta tra una delle due strategie presentate dipende la costruzione di un cosiddetta rubrica olistica oppure analitica (Luft, 1997).

Una rubrica così costituita, che potrà essere utilizzata in diverse circostanze, indipendentemente dall’ordine di scuola a cui facciamo riferimento, dalla disciplina che ci interessa o dalla tipologia di attività che intendiamo proporre, rappresenta uno strumento dalla duplice valenza, che potrà soddisfare tanto le esigenze del docente che quelle degli studenti. Il primo avrà sempre a disposizione una griglia da seguire durante il processo valutativo, che gli permetta di tenere sotto controllo gli elementi soggettivi di tale processo. Gli studenti, dal canto loro, non soltanto potranno conoscere in anticipo quali sono le aspettative del docente, ma godranno di una guida che potrà sostenerli nella riflessione durante tutta la fase di produzione. In questo modo, avranno anche la possibilità di potenziare la loro capacità di autovalutarsi. Essendo basata su una scala di livelli di qualità precisamente descritti, il soggetto potrà non soltanto individuare il rispetto o meno di uno dei criteri nel proprio lavoro, ma conoscere anche in che misura tale criterio è presente. Non solo, a partire dalle medesime descrizioni, è possibile anche ricavarne indicazioni circa le modalità per migliorare la propria prestazione (Moskal, 2000).

Alla luce delle considerazioni sopra emerse, si evince che una rubrica dovrebbe essere costruita in maniera negoziata tra il docente e i suoi studenti. Goodrich (1996, 1999) suggerisce una serie di passaggi da seguire a tale scopo:

  1. Analizzare diversi modelli di lavoro. Attraverso l’analisi di lavori analoghi a quelli che verranno valutati ricorrendo all’uso della rubrica, è possibile discutere insieme agli studenti circa gli elementi che rendono alcuni di questi prodotti ben fatti, distinguendoli da quelli non soddisfacenti.
  2. Elencare i criteri valutativi. Sulla bade delle analisi svolte nella precedente fase, è possibile stilare una lista delle caratteristiche che un lavoro qualitativamente corretto si presume debba possedere.
  3. Articolare i livelli di qualità. Una volta stabilita, rivista e corretta la lista dei criteri, questi andranno ulteriormente articolati in diversi livelli, a ciascuno dei quali verrà assegnata la relativa descrizione. È possibile partire dalla scelta delle caratteristiche che un lavoro dovrebbe possedere per essere collocato nel livello migliore, contrapponendole poi a quelle del livello peggiore, per passare successivamente alla predisposizione di livelli intermedi.
  4. Fare pratica. Una volta costruita la rubrica, è possibile offrire agli studenti l’opportunità di esercitarsi nel suo uso, utilizzandola per la valutazione dei modelli analizzati nella prima fase.
  5. Autovalutarsi e valutare i pari. Assegnato correttamente il compito agli studenti, gli stessi, durante il momento della produzione, potranno utilizzare la rubrica per valutare prima il proprio lavoro e poi quello dei loro pari, suggerendo eventuali migliorie da apportare.
  6. Rivedere e correggere. Sulla base degli elementi emersi nella fase precedente, gli studenti potranno procedere alla revisione e alla correzione del proprio compito.
  7. Valutare gli studenti. L’ultimo passaggio prevede la valutazione dei prodotti elaborati da parte del docente, che, naturalmente, verrà supportato dalla medesima rubrica che gli studenti hanno avuto come punto di riferimento durante tutta la fase produttiva.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Anderson L. W. (2003). Classroom Assessment: Enhancing the Quality of Teacher Decision-Making.  Mahwah, NJ: Lawrence Erlbaum.
Goodrich, H. (1996). Understanding rubrics. Educational Leadership, 54(4), 14-17.
Luft, J. (1997). Design your own rubric. Science Scope, 20(5), 25-27.
Mc Tighe J., Ferrara S. (1996). Performance-based Assessment in the Classroom: A Planning framework, in Blum R. E., Arter J. A. (eds), A Handbook for student performance assessment in an era of restructuring, Alexandia: Association for Supervision and Curriculum Development.
Popham, W. J. (1997). What’s wrong-and what’s right-with rubrics. Educational Leadership, 55(2), 72-75.
Varisco B. M. (2004). Portfolio. Valutare gli apprendimenti e le competenze. Roma: Carrocci.


PER L’APPROFONDIMENTO E LA RICERCA

Goodrich, H. (2000). Using rubrics to promote rethinking and learning. Educational Leadership, 57(5), 13-18.