Costruttivismo

a cura di Valentina Prenna

Il Costruttivismo, sviluppatosi a partire dagli anni’50 con il lavoro dello psicologo statunitense George Kelly, mette in discussione la possibilità di una conoscenza “oggettiva”, di un sapere che rappresenti fedelmente la realtà esterna. Il sapere non esiste indipendentemente dal soggetto che conosce, non può essere ricevuto in modo passivo ma risulta dalla relazione fra un soggetto attivo e la realtà. La conoscenza è una soggettiva costruzione di significato a partire da una complessa rielaborazione interna di sensazioni, conoscenze, credenze, emozioni. La “costruzione” poggia su mappe cognitive che servono agli individui per orientarsi e costruire le proprie interpretazioni. La realtà, in quanto oggetto della nostra conoscenza, sarebbe dunque creata dal nostro continuo “fare esperienza” di essa, nel corso di processi d’interazione. Nell’incontro di un soggetto con il mondo non è possibile distinguere osservatore e oggetto osservato, poiché entrambi si definiscono all’interno del rapporto di osservazione e interazioni reciproche. Ciò significa che le proprietà e relazioni sono costruite a partire dalla nostra azione organizzante sull’ambiente, non sono cose, proprietà o relazioni di un mondo che esiste indipendentemente dall’osservatore. L’ambiente in quest’ottica cessa d’essere luogo denso di informazioni precostituite e diviene luogo di esperienza, che offre diverse possibilità di costruire informazioni e conoscenze. Questo processo è allo stesso tempo permesso e condizionato dal linguaggio, culturalmente, socialmente e storicamente contestualizzato. Pertanto, la conoscenza è individuale e situata.

Il Costruttivismo si contrappone ad una visione positivistica della scienza come visione unica della realtà e della verità. Il concetto di verità come termine assoluto viene sostituito dal criterio di adattamento funzionale e di viabilità: i concetti si costruiscono a partire dalle regolarità che si incontrano nell’esperienza e hanno una funzione predittiva, sono strumentali all’azione e vengono definiti viabili quando permettono di raggiungere uno scopo pratico. ll Costruttivismo assume quindi un approccio di carattere pragmatico e non ontologico: la conoscenza serve per adattarsi all’ambiente.

Tra i padri “moderni” del Costruttivismo troviamo George Herbert Mead, Jean Piaget, Humberto Maturana,Francisco Varela, Ernst von Glasersfeld, Francisco Varela, Kurt Lewin, Heinz von Foerster, Niklas Luhmann,Paul Watzlawick, Lev Vygotskij, Gregory Bateson e Ludwig Wittgenstein.

IMPLICAZIONI PER LA DIDATTICA

“L‘istruzione non è causa dell’apprendimento, essa crea un contesto in cui l’apprendimento prende posto come fa in altri contesti” (Wenger, 1998, p. 266)

Se la conoscenza è un’attiva e personale costruzione di significato attraverso meccanismi di assimilazione e accomodamento, coerente con la storia individuale, un docente può offrire allo studente stimolo ed indirizzamento, ma non può influire direttamente sul suo apprendimento. Ciò che l’insegnante dice e propone viene sempre interpretato dallo studente e le interpretazioni quasi mai coincidono con quello che si voleva trasmettere, in quanto il significato viene ricostruito a partire dalle conoscenze pregresse e dagli scopi personali. Inoltre, se la conoscenza è legata al contesto ed all’attività dell’individuo, non c’è mai un solo modo giusto di fare qualcosa, l’apprendimento individuale non può rispondere a standard e fasi predefinite, lineari e segmentate, non esistono procedure di insegnamento fisse, meccaniche e standardizzate, ma un percorso ricorsivo e reticolare.
La lezione tradizionale perde la sua centralità a favore dell’esperienza diretta, intesa come manipolazione e costruzione di oggetti, nonché fruizione e decostruzione di materiali e testi diversi.

Gli alunni arrivano a scuola con “teorie ingenue” sulla realtà, utilizzate come cornici interpretative valide fin quando non vengono smentite. L’apprendimento diventa un processo di modifica e ristrutturazione di questi schemi rappresentativi a contatto diretto con la realtà, mediante un progressivo adeguamento delle strutture cognitive che si rivelano inadeguate alle nuove situazioni che si presentano.

Compito del docente è quello di accertare le pre-concezioni spontanee degli alunni, farne emergere l’eventuale inadeguatezza (conflitto o spiazzamento cognitivo), per ristabilire l’equilibrio mediante ipotesi e tentativi, fino a elaborare una nuova struttura interpretativa coerente e più vicina a quella socialmente condivisa.


 

BIBLIOGRAFIA

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Sassure F. De  (1916), Corso di linguistica generale, Bari, Laterza,1967.
Varela F.  (1985), Complessità del cervello e autonomia del vivente, in Bocchi G.L. e Ceruti M., La sfida della complessità, Milano, Feltrinelli.
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Vygotskji L. S. (1978), Il processo cognitivo, Torino, Bollati Boringhieri,1987.


RISORSE IN RETE

L’idea di uomo in Bruner: predisposizione ad apprendere e organizzazione delle conoscenze
Genesi e sviluppo delle teorie sul farsi della mente (J.Piaget, L. Vigotskyi, J. Bruner)
Il linguaggio come strumento della mente. In che senso l’apprendimento precede lo sviluppo secondo Bruner

Learning theories: Comportamentismo, Cognitivismo e Costruttivismo
http://www.usask.ca/education/coursework/802papers/mergel/brenda.htm

Perspectives on Instruction
http://edweb.sdsu.edu/courses/edtec540/Perspectives/Perspectives.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Constructivism_(learning_theory)