Comportamentismo

a cura di Alessandra Carenzio

Il Comportamentismo (Behaviourism) identifica un approccio in ambito psicologico sviluppato a partire dai primi del Novecento da John Watson (il 1913, con la pubblicazione dell’articolo Psychology as the Behaviorist Views It sulla Psycholigical Review, viene considerato anno di fondazione), secondo il quale il comportamento manifesto rappresenta l’unica unità di analisi che la psicologia deve studiare, in quanto direttamente osservabile dal ricercatore. A differenza della mente (una sorta di scatola nera inconoscibile perché impenetrabile), che non solo non risponde a questa ultima condizione, ma che è suscettibile di giudizi troppo soggettivi, il comportamento è la risultante di uno stimolo ambientale ed è quindi oggetto della ricerca empirica e sperimentale. Questa ultima, infatti, può rilevare come a certe condizioni (ovvero in presenza di alcuni stimoli) avvengano determinate risposte (i comportamenti appunto) e studiarne le relazioni. Ciò che in sostanza il comportamentismo combatte è il metodo introspettivo e il concetto stesso di coscienza.

Le idee di Watson, che nel frattempo diventa presidente dell’American Psychological Association, hanno un grande seguito in diversi ambiti, dalla selezione delle truppe nel corso del primo Conflitto Mondiale alla rilevazione del gradimento di alcune campagne pubblicitarie. Di Watson si ricorda il noto esperimento con il piccolo Albert, finalizzato a dimostrare come la paura sia di fatto conseguenza di un condizionamento di tipo ambientale, per cui secondo l’autore era possibile studiarne l’evoluzione in modo sistematico attraverso l’osservazione. Durante i giochi del bambino, che nel 1920 aveva un anno, Watson spaventò il piccolo con un forte rumore, ripetendo più volte l’operazione e condizionando Albert che – in presenza del topolino o di altri animali dal pelo bianco – iniziava a piangere disperatamente. Aldilà dell’aspetto etico della ricerca, emergeva che il comportamento del soggetto veniva condizionato da uno stimolo ambientale (indotto in questo caso dal ricercatore), spiegando uno degli assunti chiave del Comportamentismo: ilcondizionamento. Con il termine si designa il meccanismo in base al quale l’associazione ripetuta di uno stimolo neutro (un suono) con una risposta non correlata direttamente (la paura o il pianto) ha come conseguenza la presenza della risposta dopo tale stimolo.

L’esperimento prende spunto dagli studi di Pavlov (1849-1946), fisiologo  russo che, studiando la regolazione delle ghiandole digestive, ha definito il meccanismo del condizionamento classico attraverso l’analisi approfondita del fenomeno della secrezione psichica: alla sola vista del cibo, le ghiandole del cane iniziano a funzionare, ma il loro funzionamento (la secrezione appunto) termina una volta sottratto lo stimolo visivo. Negli esperimenti di Pavlov, infatti, il suono del campanello (fatto seguire dalla presenza del cibo) attiva la salivazione del cane, come risposta condizionata al solo suono (la salivazione sarebbe una risposta incondizionata al cibo stesso, stimolo diretto o naturale, ma non al campanello), indipendentemente dalla presenza reale della carne nel setting sperimentale.

Tra i principali esponenti storici del comportamentismo non possiamo non citare Burrhus Skinner, a cui viene notoriamente associato il concetto di condizionamento operante. Studioso e professore ad Harvard, Skinner riconosce il valore del rinforzo rispetto ad un comportamento agito, tale per cui se alla risposta segue un rinforzo specifico, questa risposta ricorrerà con frequenza sempre maggiore, invertendo i termini postulati da Pavlov (per cui lo stimolo precedeva la risposta).

Il comportamento secondo Skinner si distingue tra rispondente (appreso per condizionamento classico) e operante, la cui occorrenza dipende allora dal tipo di rinforzo ricevuto dall’organismo.


 

BIBLIOGRAFIA DI BASE

Watson J. (1925), Behaviourism, London: Kegan Paul, Trench, Trubner
Watson J. (1928), The way of Behaviourism, London: Harper & Brothers Publ.
Skinner B. (1931), The Behavior of Organisms: an Experimental Analysis, New York: Appleton-Century-Crofts
Skinner B. (1953), Science and human behavior, New York: The MacMillan Co.
Holland J., Skinner B. (1961), The analysis of behaviour, New York: Mc Graw Hill
Skinner B. (1969), Contingencies of reinforcement: a theoretical analysis, New York: Appleton-Century-Crofts
Skinner B. (1972), 50 anni di comportamentismo: un’analisi teorica della contingenza di rinforzo, Milano: ILI
Skinner B. (1975), Il Comportamento verbale, Roma: Armando
Skinner B. (1992), Difesa del comportamentismo: saggi recenti su istruzione e personalità, Roma: Armando Editore