Cognitivismo

a cura di Chiara Laici

Il cognitivismo è una corrente di pensiero multidisciplinare (neurologica, psicologica e pedagogica) che studia i processi mentali. A partire dagli anni 1956-1960 si contrappone al comportamentismo che considerava l’apprendimento come una concatenazione di stimoli e risposte e studiava perciò solo il comportamento osservabile. Il cognitivismo propone invece di studiare la mente umana in termini di memoria e di processi cognitivi (apprendere e conoscere); descrive i processi mentali e le strutture cognitive con cui si risolvono tipologie di situazioni problematiche.

Nel 1956 gli studiosi Newell e Simon grazie a ricerche e dimostrazioni sui calcolatori, che risolvevano problemi matematici, forniscono la prova che la mente possa essere studiata e rappresentata con metodi scientifici, dando il via ad una componente della scienza cognitiva chiamata Intelligenza Artificiale (I.A.). Altri studiosi approfondiscono il concetto di strategia quale metodo decisionale flessibile utile alla risoluzione dei problemi (Bruner, Goodman, Austin). (cfr. Calvani 2007). Nel 1960 Bruner e Miller fondano ad Harvard il Center for Cognitive Studies, e nello stesso anno viene pubblicato ad opera di Pribram, Galanter e Miller il volume, considerato un manifesto del cognitivismo, “Plans and the structure of behavior” in cui si rivolge l’interesse alla mente e alla cognitività, si riscopre la funzione della soggettività nei processi mentali e si avvia un intreccio tra neuro-psicologia, psicologia e cibernetica (cfr. Crispiani 2004).  Nel volume si propone lo studio del comportamento umano attraverso un approccio cibernetico chiamato “unità TOTE” (Test-Operate-Test-Exit) in cui, per la prima volta, si parla di comportamenti soggettivi e non osservabili direttamente, in quanto, di fronte a un’azione da compiere, l’individuo formula un modello, un piano di comportamento utile ad ottenere lo scopo prefissato. L’attenzione è quindi focalizzata sulla mente, e non sul comportamento, sull’organizzazione dei processi mentali intesi come una sequenza di azioni dotata di una scopo e diretta a un fine. Vengono infatti studiati i “modelli” in grado di spiegare le funzioni cognitive. Lo stesso apprendimento è considerato come espressione della mente, dei suoi processi e delle condizioni psicodinamiche in cui si determina. È un processo fondato sull’attività mentale di rielaborazione, sul richiamo alla memoria, sull’organizzazione del materiale. Il processo con cui si acquisisce organizza e utilizza la conoscenza viene ricondotto ad una elaborazione di informazioni originata nella mente, si parla infatti di una teoria della elaborazione delle informazioni (human information processing) e l’uomo viene considerato un attivo elaboratore di informazioni provenienti dall’ambiente con cui ha un rapporto di reciproca influenza (cfr. Luccio 2002).

Tale prospettiva si ispira alle architetture interne al computer per concettualizzare il funzionamento della mente in termini di componenti (le memorie sensoriali a lungo e a breve termine) e di processi di elaborazione delle informazioni (cfr. Boscolo 1996).

In ambito didattico gli studi sull’I.A. contribuiscono allo sviluppo dei sistemi tutoriali ICAI (Intelligent Computer Assisted Instruction) che permettono di dare risposte differenziate a seconda del comportamento dell’utente.

Negli anni ’70 si afferma però una seconda generazione del cognitivismo, detto “ecologico”, che rifiuta una concezione che assimila la mente al computer e alle sue strategie in favore di una più ampia considerazione della mente, in cui si considerano le funzioni della coscienza, dei processi di retroazione e di autoriflessione (cfr. Crispiani 2004). Secondo questa impostazione non è possibile prescindere dal contesto biologico, fisico, sociale, culturale e anche tecnologico entro il quale ciascun soggetto agisce, conosce, vive emozioni e sentimenti. Un cognitivismo ecologico che considera quindi l’uomo come attivo costruttore di significati e che per questo ha assunto l’appellativo di costruttivismo (cfr. Varisco 2002).

Le implicazioni sul piano didattico derivanti dalle assunzioni relative al periodo degli anni ’70 e 80′ sono diverse e tra queste vi è l’importanza attribuita ai sistemi per rappresentare le conoscenze, come per esempio le mappe concettuali proposte nel 1984 da Novak. La rappresentabilità della conoscenza attraverso le sue forme reticolari ha promosso anche la diffusione degli ipertesti utilizzati sia come prodotti chiusi, sia come percorsi di investigazione, sistematizzazione concettuale e di produzione. Altro aspetto, inizialmente proposto da Ausubel già negli anni ’60, è l’importanza attribuita alle preconoscenze nel processo di apprendimento, con la nozione di “anticipatore” (advance organizer) ovvero un qualsiasi schema o sintesi o questo che permetta all’allievo di mobilitare le preconoscenze utili alla comprensione. Inoltre risulta fondamentale il concetto di metacognizione, sviluppato principalmente da Flavell e Ann Brown, ovvero la consapevolezza circa i propri processi cognitivi, connessa alla capacità di imparare a imparare (cfr. Calvani 2007).


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Boscolo, P. (1986). Psicologia dell’apprendimento scolastico. Torino: UTET.
Calvani, A. (2007). Fondamenti di didattica. Teoria e prassi dei dispositivi formativi. Roma: Carocci.
Crispiani, P. (2004). Didattica cognitivista. Roma: Armando.
Luccio, R. (2002). Psicologia generale: Le frontiere della ricerca. Bari: Laterza.
Varisco, B.M. (2002). Costruttivismo socio-culturale. Roma: Carocci.


PER L’APPROFONDIMENTO E LA RICERCA

Miller, G.A. (1956) The Magical Number Seven, Plus or Minus Two: Some Limits on Our Capacity for Processing Information. The Psychological Review, 1956, vol. 63, pp. 81-97:http://www.musanim.com/miller1956/

Miller, G.A., Galanter, E., & Pribram, K.A. (1960). Plans and the structure of behavior. New York: Holt:http://archive.org/details/plansstructureof00mill

Bruner, J. S., Goodnow, J. J., & Austin, G. A. (1956). A study of thinking. New York: Wiley

Chomsky, N. (1956) Three Models for the Description of Language. IRE Transactions on Information Theory 2 (3): 113-124: http://www.chomsky.info/articles/195609–.pdf


RISORSE ON LINE

Articoli sulla psicologia cognitiva: http://cogprints.org/view/subjects/cog-psy.html
Bibliography of Cognitive Science: http://cogsci.uwaterloo.ca/Bibliographies/cogsci.bib.html
Cognitive Science Society’s Journal Archive: http://csjarchive.cogsci.rpi.edu/
MIT CogNet (The MIT Press): http://cognet.mit.edu/
WIREs Cognitive Science (Journal): http://wires.wiley.com/WileyCDA/WiresJournal/wisId-WCS.html
Biographies of Major Contributors to Cognitive Science:http://mechanism.ucsd.edu/~bill/research/ANAUT.html