Costruzione di una check-list

La check-list è  un elenco di comportamenti preselezionati di cui si vuole accertare la presenza o misurare la frequenza, in un determinato intervallo di tempo, identificandoli nel momento stesso in cui si manifestano.

Secondo Scholmerich e Lamb, autori di un saggio sull’osservazione delle interazioni padre/bambino e madre/bambino  “le check-list comportamentali sono costituite da liste di comportamenti più o meno rigorosamente definiti (quali, ad esempio “il padre vocalizza”, “il bambino sputa il cibo”) che vengono accertati (checked) in intervalli predefiniti di tempo da osservatori che sono stati sottoposti ad un training specifico” (1992, p. 77).

Una check-list è quindi costituita da un elenco di comportamenti già selezionati che un soggetto può manifestare in una determinata situazione. Il suo utilizzo segue una procedura consolidata: l’osservatore, guardando il soggetto, individua il comportamento e annota la frequenza con cui ogni singolo comportamento individuato si presenta. E’ necessario che la lista sia formulata a priori nella maniera più completa, comprendendo tutti i possibili comportamenti che interessano la situazione in esame.

Le check-list comportamentali hanno avuto un’ampia diffusione all’interno della ricerca valutativa per alcune loro caratteristiche. In primo luogo esse permettono la raccolta di dati conservando in qualche misura la spontaneità e la ricchezza del comportamento così come si verifica naturalmente. Non richiedono strumenti sofisticati e non risultano intrusive come altri procedimenti di tipo osservativo. Inoltre, per la loro strutturazione, restringono il numero dei comportamenti da osservare ed in tal modo orientano il ricercatore a definire più chiaramente la domanda di ricerca. I dati ottenuti utilizzando le liste sono dati di tipo quantitativo, possono essere usati per calcolare misure di frequenza e possono essere trattati statisticamente. Infine, le check-list possono rilevare il comportamento anche di più soggetti interagenti in uno stesso foglio di registrazione.

Le check-list possono essere articolate in diverse dimensioni (Scholmerich e Lamb, 1992, p. 78-79):

  • la frequenza con cui il comportamento viene campionato (rapporto di campionatura);
  • la quantità totale del tempo di osservazione (tempo);
  • il numero di codici osservato (estensione);
  • il grado di omogeneità delle categorie osservate (livelli);
  • il grado si strutturazione della situazione sotto osservazione (istruzione);
  • la maniera in cui i dati grezzi sono successivamente aggregati (analisi).

Per quanto riguarda il rapporto di campionatura, si deve tenere conto del tempo necessario alla rilevazione e di quello impegnato nella registrazione. La “campionatura” di un comportamento può infatti variare a seconda della frequenza con cui l’osservatore codifica una descrizione del comportamento. Ad esempio, se ad un osservatore si richiede di osservare l’interazione per 15 secondi, e successivamente di usare 5 secondi per registrare quello che ha osservato,  si ottiene un intervallo totale di venti secondi equivalente ad un rapporto di campionatura di  3 codifiche di comportamento al minuto.

La durata complessiva dell’osservazione può variare da intervalli di pochi minuti fino a periodi molto lunghi, di ore. Secondo alcuni ricercatori, osservazioni più lunghe sono più attendibili, perché permettono di ridurre il rischio di rilevare casualmente una frequenza elevata di un determinato comportamento, sempre presente quando le durate sono troppo brevi.

Un altro elemento che va tenuto sotto controllo è la quantità dei codici da includere nella check-list. Se da un lato è opportuno fare distinzioni piuttosto particolareggiate dei costrutti da osservare, dall’altro la presenza di troppi codici mette a rischio la capacità dell’osservatore di ricordare tutto ciò che accade nell’intervallo di osservazione. Se gli osservatori sono esperti possono riuscire a gestire senza difficoltà fino a 20-30 codici, ma questo numero può essere troppo elevato per un osservatore alle prime armi o non adeguatamente formato.

Per mostrare un esempio di articolazione dei codici, si riporta qui di seguito la ricerca di Venuti (1992)  sulle tendenze aggressive dei bambini, che individua  quattro sezioni: attività, situazioni a rischio, comportamenti aggressivi, comportamenti non aggressivi. Ciascuna sezione raccoglie categorie di comportamenti, che si articolano in comportamenti descrittivi.

La check-list è stata elaborata in modo da poter permettere un’analisi sequenziale dei fattori che causano l’emissione di risposte e di comportamenti aggressivi e dalla successiva soluzione di questi momenti critici. Per raggruppare e spiegare la sequenza dei comportamenti si sono individuate 4 sezioni fondamentali mutualmente escludentesi fra di loro: ogni sezione è formata da categorie di comportamenti a loro volta specificate in comportamenti descrittivi:

  1. Attività: include le varie attività compiute dal bambino nel corso del momento di gioco libero videoregistrato. Si può trattare di attività ludiche di osservazione del gioco degli altri, in ogni caso di attività non aggressive. L’analisi di questi comportamenti serve a fornire un quadro della capacità di interagire del bambino.
  2. Situazioni a rischio: si raccolgono in questa sezione tutte quelle situazioni indicate dall’analisi della letteratura e da precedenti ricerche, come facilitanti l’emissione dei comportamenti aggressivi (situazioni frustranti, situazioni di contesa, ecc.)
  3. Comportamenti aggressivi: sono definiti in questa sezione tutti quei comportamenti volti a provocare un danno alla persona o alla cosa verso cui sono diretti.
  4. Comportamenti non aggressivi: s’intendono tutti quei comportamenti che hanno la funzione di allontanare, evitare o ridurre la tensione, il conflitto dopo essersi trovati coinvolti o in situazioni a rischio o in comportamenti aggressivi.

La tabella seguente mostra l’articolazione della categoria dei comportamenti aggressivi, che si suddivide in 8 sottosezioni che raggruppano tutti i tipi di comportamento in cui è presente l’intenzione di danneggiare o colpire qualcuno. Quello che segue è l’elenco dei comportamenti  aggressivi di minaccia, sezione CA6.

  1. Minacciare verbalmente
  2. Puntare il dito
  3. Fissare lo sguardo
  4. Gesto del percuotere
  5. Gesto del mordere
  6. Gesto dello spingere

Di seguito si riportano altri due esempi più semplici di check-list elaborate da docenti per la rilevazione di alcune situazioni di classe.

Esempio di check-list per l’analisi della relazione con i compagni di classe

Item Alunno1 Alunno2 Alunno3 Alunno4
Partecipa ai lavori di gruppo in classe        
Collabora con i compagni        
Gioca con i compagni durante l’intervallo        
Aiuta i compagni in difficoltà        
Chiede aiuto se si trova in difficoltà        
….        

Esempio di Check-list per la rilevazione delle attività scolastiche proposte dal docente, allo scopo di registrare la frequenza delle attività e la relativa durata

Attività/minuti 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
Introduzione                              
Attivazione                              
Ascolto                              
Lavoro in coppia                              
Lavoro in gruppo                              
Intergruppo                              
Lettura                              
Verifica della comprensione                              

Per concludere, si ricordano le caratteristiche che una check-list adeguatamente sviluppata dovrebbe possedere:

  • Contenere un elenco di item relativamente breve;
  • curare la chiarezza di ciascun item;
  • ciascun item dovrebbe essere centrato su un comportamento o su una caratteristica osservabile;
  • dovrebbero essere inclusi solo i comportamenti e le caratteristiche rilevanti;
  • gli item devono essere organizzati i e sistemati in modo tale che l’elenco, nel suo complesso, risulti di semplice utilizzo per l’osservatore.

Riferimenti bibliografici

Scholmerich A., Lamb Michael E. (1992) Check-list comportamentali nella ricerca sulle interazioni madre-bambino e padre-bambino, in “Età evolutiva”, n. 41, 1992, pp. 77-85.
Venuti P. (1992) Le tendenze aggressive nei bambini piccoli. Una check-list per la rilevazione dei comportamenti aggressivi in situazioni di gioco libero, in “Età evolutiva”, n. 41, 1992, pp.101-109.