DEFINIZIONE
La Tecnica del Gruppo Nominale (NGT) è un tipo di intervista di gruppo ideata da Delbecq e Van de Ven (1971) durante uno studio sui processi di comunicazione delle riunioni con finalità decisionali. La NGT è una particolare tecnica di gruppo che prevede la compresenza fisica di un certo numero di esperti che si riuniscono intorno ad un tavolo, al fine di valutare la validità di una serie di indicatori precedentemente selezionati. Il termine “nominale” starebbe proprio ad indicare il fatto che il gruppo è presente, ma solo di nome, in quanto l’interazione tra i suoi membri è tenuta sotto controllo, mediata e strutturata da parte del ricercatore. La comunicazione verbale tra di essi è di fatto ridotta al minimo (soprattutto nelle prime fasi della seduta).
CONTESTO D’APPLICAZIONE
Lo strumento può essere utilizzato quando si voglia rilevare, con un certo rigore, un processo decisionale di un gruppo di esperti, a seguito, ad esempio di una fase di raccolta di possibili scenari tra loro divergenti (per esempio dopo un’attività di brainstorming). L’NGT si adatta bene sia alla fase iniziale di un percorso di ricerca educativa, quando, a fronte di possibili alternative educative-formative, è necessario scegliere quale percorso avviare, sia in fase finale di valutazione, quando, un gruppo di esperti si trova a valutare l’impatto del percorso educativo/formativo da poco terminato.
CONDUZIONE
Il Delphi e la Nominal Group Technique sono entrambe tecniche che si rivolgono tipicamente ad esperti al fine di convergere in un processo decisionale. La logica sottostante a tali strumenti fa leva sul concetto di “consenso”, in base al quale “se un gruppo di osservatori convergono su un medesimo concetto allo stesso tempo, quest’ultimo è da considerarsi valido ed attendibile” (Bernardi 2005, p. 217). La NGT pone dunque gli esperti direttamente a confronto tra di loro. Il numero di partecipanti varia da 8 a 12 circa. L’interazione che si instaura tra i partecipanti è indiretta, passando tramite la figura del moderatore/intervistatore. Nella prima fase della seduta anzi l’interazione è totalmente assente in quanto gli esperti sono chiamati a produrre un documento scritto sulla base di istruzioni loro fornite dal ricercatore (Delbecq et al., 1975). Tale fase ha l’obiettivo di raccogliere le idee che gli esperti possiedono personalmente circa l’argomento oggetto di studio. Se si presume che il testo prodotto sia sintetico, tale fase può essere condotta tramite l’utilizzo di biglietti adesivi che verranno successivamente fissati nell’aula. I testi così ottenuti verranno simultaneamente analizzati dal ricercatore che ne estrapolerà una serie di costrutti o di indicatori, da sottoporre nuovamente al giudizio degli esperti, durante la successiva fase della seduta. Si prosegue in tal senso fino a quando il gruppo non arriva a condividere una certa decisione.
ESEMPI E/O APPROFONDIMENTI ON-LINE
http://old.stfm.org/fmhub/fm2004/June/Alison402.pdf
FONTI
Bolognini M., 2001, Democrazia elettronica. Metodo Delphi e politiche pubbliche, Bologna, Carocci
Baldacci M., Frabboni F., 2013, Manuale di Metodologia della ricerca educativa, Torino, UTET.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1365-2044.1980.tb03924.x/pdf