La ricerca riflessiva

a cura di Loretta Fabbri

Attraverso la descrizione degli elementi che definiscono la ricerca riflessiva, Schön (1993) delinea il profilo di un professionismo evoluto e in grado di trasformare le proprie pratiche. La ricerca riflessiva non si configura come una pratica che si può esercitare individualmente, ma riguarda i modi in cui si appartiene ad una comunità di professionisti e le modalità in cui si gestisce l’evoluzione e il cambiamento nelle comunità professionali.

  • L’analisi di struttura. In un certo momento della vita di un professionista, cominciano ad affermarsi determinati modi di strutturare i problemi e i ruoli. Quando i professionisti sono inconsapevoli delle strutture – che essi definiscono per ruoli o per problemi – non prestano attenzione ai modi in cui costruiscono la realtà nella quale agiscono; per loro si tratta semplicemente della realtà data. Diventare consapevoli della struttura significa, secondo Schön, diventare anche consapevoli di possibili modi alternativi di strutturare la realtà della pratica posta in atto. Significa prestare attenzione ai valori e alle norme ritenuti prioritari e a quelli ai quali si attribuisce minore importanza o non sono stati considerati affatto.
  • La ricerca per la costruzione del repertorio. Questo tipo di ricerca consente alle comunità professionali di costruire, condividere e scambiare forme di conoscenza utili alle pratiche. Le situazioni della pratica professionale non corrispondono mai a teorie dell’azione o a modelli. Dentro tale prospettiva, queste sono viste come situazioni familiari, casi o precedenti. La ricerca per la costruzione di un repertorio è il modo per far circolare conoscenze scaturite dalla pratica. Serve, infatti, per accumulare e descrivere esemplari in modi utili alla riflessione nel corso dell’azione e varia da professione a professione.
  • La ricerca sui metodi fondamentali di indagine e sulle teorie dominanti. Essa è strettamente connessa a entrambi i tipi di ricerca precedentemente descritti. Se i principi fondamentali di un professionista sono connessi sia alle sue strutture sia al suo repertorio, questo genere di ricerca ha a che fare con il metodo e con la teoria in “un’accezione differente da quella solitamente data a questi termini nella razionalità tecnica” (Shon, 1993 p. 321). Per metodi e teorie fondamentali si intendono i dispositivi teorico-metodologici che alcuni professionisti hanno imparato ad utilizzare come “trampolino” per comprendere nuove situazioni che sembrano inizialmente non adeguarsi alle conoscenze tacite consolidate per la risoluzione dei problemi.
  • La ricerca sul processo di riflessione nel corso dell’azione. L’attenzione su un processo in corso d’azione, sulle sensazioni del soggetto riguardo al compito e alla propria prestazione consente al professionista di verificare sul campo le proprie teorie nell’azione. Il soggetto, con questa operazione, contatta i modi di pensare che utilizza nell’esercizio della professione e attinge alla ricerca riflessiva in quanto questa è in grado di svolgere una funzione ausiliare rispetto alla propria riflessione nel corso dell’azione.

La gestione dei processi di cambiamento organizzativo, il bisogno di costruire conoscenze nuove capaci di gestire l’incertezza e gli imprevisti richiedono una professionalità fondata sulla “ricerca riflessiva”. L’idea di professionista riflessivo come professionista in grado di governare e trasformare le pratiche professionali è a tutt’oggi una prospettiva interessante e, nel contempo, complessa.

 

 


 


BIBLIOGRAFIA

D.A. Schön, Il Professionista riflessivo, Dedalo, Bari, 1993.