Progetto europeo EDUEVAL

a cura di Viviana Vinci

 

Il progetto europeo EDUEVAL (538743-LLP-1-2013-IT-GRUNDTVIG-GMP, avviato nel 2014 sotto il coordinamento dell’Università di Milano-Bicocca, cfr. http://www.edueval.eu/), ha inteso offrire un contributo alla riflessione, a livello europeo, sulla definizione del profilo professionale del valutatore degli staff che operano nel variegato campo dell’educazione degli adulti.

Le risultanze del progetto (Perla, Vinci 2015a, 2015b; EDUEVAL Consortium, 2015) hanno evidenziato, infatti, quanto la valutazione del lavoro educativo venga svolta in Europa da figure professionali eterogenee, che è possibile aggregare fondamentalmente in due macro-categorie: per mezzo dei “valutatori ufficialmente riconosciuti”, costituiti dai cosiddetti valutatori/certificatori della qualità o personale afferente ad enti esterni all’organizzazione, che valutano la non conformità a standard prefissati e che non è detto abbiano una profonda conoscenza del contesto educativo e della complessità dei processi e delle dinamiche lavorative degli staff che vi operano; o attraverso “valutatori non ufficialmente riconosciuti”, ossia professionisti provenienti da percorsi formativi e professionali differenti, con esperienze nel campo educativo e ruoli di coordinamento (formatori, supervisori, consulenti, coordinatori, esperti) che, a differenza dei primi, hanno indubbiamente un’ampia conoscenza dei contesti di educazione degli adulti, ma non necessariamente provengono da percorsi formativi e professionalizzanti specifici sulla valutazione, per cui il loro operato si svolge spesso attraverso strategie poco codificate o per nulla proceduralizzate e strumenti informali o costruiti all’interno dei gruppi di lavoro – gli staff – oggetto stesso della valutazione (EDUEVAL Consortium, 2015). Le conseguenze di tale “vuoto” modellistico e teorico, derivanti dall’alternarsi di figure professionali differenti e dalla compresenza di modelli e pratiche di valutazione oscillanti fra la certificazione esterna e pratiche valutative informali e poco riconosciute, non solo rendono complesso il tentativo di definire il profilo del “valutatore professionista” degli staff nell’educazione degli adulti, ma si ripercuotono più in generale sulla qualità dei processi lavorativi/organizzativi.

Una prima fase del progetto è stata dedicata allo svolgimento di una ricerca esplorativa finalizzata a comprendere le rappresentazioni dei professionisti-pratici coinvolti nell’indagine, costituiti da valutatori non ufficialmente riconosciuti che operano nel campo dell’educazione degli adulti; all’interno del partenariato, sono stati coinvolti 60 professionisti (10 per ogni partner, fra cui supervisori, consulenti pedagogici, responsabili di comunità educative, formatori).

La scelta metodologica di focalizzare le rappresentazioni e il punto di vista dei valutatori è legata ad una sempre più crescente attenzione della ricerca educativa per il “pensiero del pratico” (Perla, 2010; Damiano, 2006, 2013; Mallet, Barbier, Parmentier 2000; Bourdieu 2005; Shulman 1986a, 1986b) dove per pratico intendiamo “un professionista che produce un sapere peculiare, non assimilabile a un ventaglio di contenuti teorici applicati in situazione” (Perla, 2010, p. 29), ossia un sapere contestuale e incarnato, dialogico, ermeneutico, narrativo, idiografico, che sfugge alla teorizzazione e può essere compreso attraverso lo studio dei casi singoli. Il frame metodologico in cui si inscrive la ricerca è di tipo collaborativo, (Perla, 2010, 2011; Phillips, Kristiansen, Vehviläinen, Gunnarsson 2013; Desgagné et al 2001; Lenoir, 1996) basato sulla partnership e co-produzione di conoscenza da parte degli attori sociali e dei ricercatori.

La ricerca esplorativa sul pensiero del pratico-valutatore ha visto lo svolgersi delle seguenti azioni:

  • somministrazione di interviste semistrutturate: strumento qualitativo nato nell’ambito della ricerca etnografica, permette di approfondire una realtà attraverso un approccio di indagine idiografico, sistemico ed ecologico, che valorizza il punto di vista dei soggetti intervistati (Vermersh, 1994; Gubrium et al. 2012; Rubin, Rubin, 2012; Perla L. 2005). La traccia è stata costruita su tre focus tematici: 1) l’educazione degli adulti; 2) la valutazione degli staff coinvolti nell’educazione degli adulti; 3) i valutatori. La somministrazione dell’intervista è avvenuta attraverso una conduzione non direttiva e ha coinvolto 60 persone (10 persone per ogni partner);
  • analisi di case study: metodo di ricerca, approfondito da Robert K. Yin (2013), che mira a comprendere in profondità un fenomeno sociale e ad affrontare realtà complesse attraverso strumenti di ricerca misti, triangolati. Ogni partner ha scritto e condiviso con gli altri un caso esemplare, paradigmatico, riguardante la valutazione. L’analisi dei case study è avvenuta in un Mobility Worskshop, tenutosi a Creta nel luglio 2014, in cui hanno partecipato tutti i gruppi di lavoro. Si è proceduto attraverso la presentazione dei case study, una discussione in piccoli gruppi con stesura di un testo esplicitativo. Infine, una discussione in plenaria ha portato ad una sintesi dei contenuti emersi e al confronto fra metodologie, strumenti, criteri, rappresentazioni e dinamiche di valutazione emergenti nei diversi paesi;
  • questionario per un co-design del curricolo di formazione: è stato somministrato un questionario a risposta aperta composto da 19 domande e strutturato in aree principali inerenti il corso di formazione pilota per valutatori: il framework teorico e metodologico; la struttura del corso; le modalità di erogazione; i prerequisiti di accesso; esperienze e altri suggerimenti;
  • costruzione di una pagina Wiki: la scrittura collaborativa Wiki (http://wiki.edueval.eu/)  ha permesso di implementare la collaborazione dei partecipanti, supportare il dialogo internazionale fra pratici, ricercatori e stakeholders, facilitare le attività di disseminazione dei risultati del progetto.

 

Sulla base delle risultanze emerse dalla ricerca esplorativa (cfr. Public Research Report, www.edueval.eu) l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, partner del progetto, ha progettato e realizzato un corso di formazione pilota per la formazione del valutatore degli staff nel campo dell’educazione degli adulti: una figura professionale nuova, altamente flessibile, con spiccate caratteristiche di polifunzionalità in grado di operare in vari contesti e che necessita di una formazione specifica, di competenze specifiche e trasversali, educative e docimologiche. Il corso pilota ha coinvolto un totale di 105 partecipanti provenienti da sei partner afferenti a cinque paesi (Italia, Lettonia, Polonia, Spagna, Grecia). Sulla base delle criticità e dei punti di forza emersi nelle esperienze di formazione pilota, si è giunti alla curricolazione di un corso della durata di 100 ore, in modalità blended, da implementare a livello europeo insieme ad un Handbook sul modello di formazione alla valutazione dell’agire educativo proposto e a Linee guida per i futuri formatori Perla, Vinci 2015a, 2015b; EDUEVAL Consortium, 2015.

Il principio metodologico che sottende il modello di EDUEVAL è la triangolazione, per cui una realtà complessa caratterizzata da molteplici dimensioni (come il lavoro educativo) non può essere valutata attraverso un’unica prospettiva di osservazione del fenomeno, ma necessita di più prospettive di analisi e punti di vista complementari (Denzin, 1989; Greene, 2007; Hussein, 2009). La valutazione del lavoro educativo, riprendendo i contenuti proposti nel modello EDUEVAL, richiede uno sguardo “trifocale” (Pellerey, 2004; Castoldi, 2012) su un livello soggettivo (autovalutazione), oggettivo (valutazione esterna) e intersoggettivo (valutazione del contesto), capace di comprendere la complessità dei processi di lavoro nel campo dell’Educazione degli adulti. Le tre forme della valutazione del modello EDUEVAL non devono essere pensate in ordine gerarchico o in modo nettamente separato, ma si intersecano necessariamente: nessuna di queste tre forme della valutazione, infatti, può garantire, da sola, l’avvio di un processo valutativo utile al miglioramento di un servizio e della cultura organizzativa in un contesto di Educazione degli adulti: sono parte di uno stesso processo, per cui occorre pensarli in continuità e in modo flessibile.

Grazie al progetto EDUEVAL è stato possibile effettuare, all’interno dei paesi partner partecipanti, una mappatura delle competenze del valutatore dell’agire educativo, confrontando culture, modelli, metodologie e strumenti di valutazione in atto nelle professioni sociali ed educative. Le risultanze del progetto, confluite in un Handbook e in Guidelines, offrono la proposta di un curriculum utile ai fini dell’attivazione di percorsi di formazione flessibili destinati a valutatori operanti in diversi contesti educativi: L’approdo atteso del progetto, a lungo termine, è quello di puntare ad un più preciso inquadramento legislativo e ad un futuro riconoscimento, a livello internazionale, del profilo professionale del valutatore dell’agire educativo, anche grazie alla costituzione di un albo professionale.

 


 

BIBLIOGRAFIA

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Desgagné S., Badnarz N., Couture C., Poirier L., Lebuis P. (2001). L’approche collaborative de recherche en éducation: un rapport nouveau à établir entre recherche et formation, Revue des sciences de l’éducation. 27(1), 33-64.
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Gubrium J.F., Marvasti A.B., & McKinney ‎K.D. (2012). The SAGE Handbook of Interview Research: The Complexity of the Craft. Thousand Oaks, CA: SAGE.
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Perla L. (2010). Didattica dell’implicito. Ciò che l’insegnante non sa. Brescia: La Scuola.
Perla L. (2011). L’eccellenza in cattedra. Dal saper insegnare alla conoscenza dell’insegnamento. Brescia: La Scuola.
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