a cura di Sabrina Maniero
1. Inquadramento storico e normativo
APEL o Accreditation of Experiential Learning è il dispositivo sviluppato nel contesto anglossassone attraverso cui effettuare il riconoscimento degli apprendimenti pregressi, cioè acquisiti precedentemente all’iscrizione ad un corso accademico. APEL è il processo di “certificazione di apprendimenti precedenti acquisiti tramite l’esperienza”.
L’assunto che sta alla base di tale processo è che le conoscenze, abilità e competenze acquisite in contesti non formali ed informali, possono valere allo stesso modo di quelle acquisite in un percorso formale. Tale dispositivo valorizza gli apprendimenti professionali e personali come equipollenti all’apprendimento universitario, è centrato sullo studente e abilita l’accesso all’istruzione universitaria. La procedura di APEL accompagna la persona a identificare le proprie conoscenze, abilità, competenze e comportamenti acquisiti attraverso l’esperienza, così da riconoscerli e dare loro un valore accademico espresso in crediti/livelli. Attraverso tale percorso si trasformano le esperienze soggettive e le conoscenze tacite in dichiarazioni esplicite di obiettivi oggettivi e risultati di apprendimento, configurandosi così come strumento per lo sviluppo professionale e personale (empowerment).
APEL può essere utilizzato anche in percorsi Work Based (WBL), che si focalizzano sull’integrazione di due diverse fonti di conoscenza: da un lato l’università (la conoscenza accademica) e dall’altro il posto di lavoro (luogo dell’”esperienza”). Con WBL si intende un approccio formativo che valorizza l’apprendimento che si ha nel contesto di lavoro, nel quale lo sviluppo di competenze ha un ruolo centrale. In tale approccio, apprendimenti pregressi ed esperienziali si completano l’un l’altro, ricevendo un riconoscimento formale nell’ambito accademico e della formazione professionale. Lo studente si impegna nella realizzazione di un progetto teorico e scientifico (applicativo), importante per l’ambito di studio e l’ambiente di lavoro.
Con il termine accreditation si intende il processo di accreditamento, cioè di identificazione, valutazione e giudizio formale di obiettivi di apprendimento; accreditation of prior experiential learning indica la serie di attività per dichiarare che alcuni sostanziali e significativi elementi di apprendimento sono stati raggiunti.
Nel regno Unito APEL è uno dei dispositivi di RPL (Recognition of Prior Learning)[1]; RPL è la pratica di revisione, valutazione e riconoscimento delle competenze che gli adulti hanno acquisito attraverso l’esperienziale, auto-diretto e/o apprendimento informale così come attraverso l’educazione formale (Thomas, 2000). APEL è valido sia per l’ammissione ai corsi di laurea, sia per il riconoscimento di crediti universitari fino alla validazione di interi percorsi accademici, dai percorsi triennali fino al dottorato. Tramite questa modalità, le università permettono che tutte le conoscenze, le abilità, competenze e i comportamenti appresi dagli studenti lungo l’arco della vita, ed in particolari quelli maturati nel contesto lavorativo, possano essere valutati e certificati tramite l’attribuzione di un valore accademico (Portwood D., Garnett J., Costley C, 2004). Gli apprendimenti non devono corrispondere a parti di percorsi formali, ma devono nascere dalla riflessione critica su esperienze già avvenute.
Il valore accademico viene espresso in termini di crediti formativi di un determinato livello; se il riconoscimento avviene al di fuori della realtà accademica, porta all’esenzione di unità formative da uno specifico corso.
Le origini dell’applicazione di APEL nel Regno unito risalgono agli anni ’80 quando le istituzioni governative iniziarono a sviluppare i primi progetti per identificare e standardizzare competenze e qualificazioni. Ebbe inizio una complessa riforma del sistema di certificazione che giunse a regime nel 1997. Evans (2000) sostiene che l’applicazione di APEL sia una traduzione del modello americano di PLA (Prior Learning Assessment), da cui si è ispirato il sistema inglese per le qualifiche professionali (National Vocational Qualification). Negli anni ’80 le università inglesi iniziarono ad introdurre APEL per favorire l’accesso degli studenti adulti, in risposta ai cambiamenti demografici, in cui si è assistito ad una carenza di matricole diciottenni all’università e alla crescente domanda di personale qualificato. Il Council for National Academic Awards (CNAA) nel 1986 legittimò APEL emettendo un regolamento per il suo utilizzo.
La diffusione di APEL accrebbe durante gli anni ’90 in quanto il contesto era favorevole e si mirava ad aumentare il numero di iscritti all’università; un forte impulso fu dato anche dalla politica governativa di incentivi all’istruzione superiore, per favorire l’accesso del 50% della popolazione di 18-30enni entro il 2010 (OECD). Nel 2004 la Quality Assurance Agency (QAA), che supervisiona gli standard nel settore dell’istruzione superiore, raccolse una serie di principi sull’uso di APEL, basandosi su buone pratiche esistenti (QAA, 2004).
APEL si afferma così come mezzo per certificare la base di competenze necessarie ad accedere a percorsi di qualificazione di medio-alto profilo, generalmente riconducibili all’accesso alla formazione “post-graduate”.
Ciascuna area geografica del regno Unito ha o prevede l’implementazione di quadri di riferimento per le qualifiche. Da questa frammentazione consegue una pluralità di modalità di accreditamento delle esperienze, per cui non è possibile parlare di un approccio britannico univoco, passando da pratiche di riconoscimento di tipo informale, a procedure molto formalizzate.
La letteratura relativa all’APEL prende avvio dalle teorie dell’apprendimento adulto e dell’apprendimento dall’esperienza. Tradizionalmente le pratiche APEL si fondano sulla teoria dell’apprendimento esperienziale di Kolb, secondo il quale l’individuo costruisce il proprio apprendimento attribuendo un senso alle proprie esperienze attraverso la riflessione, l’esplorazione di nuove strade e la valutazione mediante il portfolio.
Una forte connessione con l’apprendimento esperienziale si ritrova negli studi di carattere organizzativo, in particolare Schön e Argyris (1978), che si ispirano alla valorizzazione dell’esperienza, con approcci attivi e problematizzanti. Tali autori concentrano la propria attenzione sulla pratica riflessiva dei professionisti come chiave di elaborazione dell’esperienza e di creazione di know-how per l’organizzazione.
Altra prospettiva di rilievo è quella proposta da autori di rilievo come Lave e Wenger che teorizzano l’apprendimento significativo, elaborando la teoria sociale dell’apprendimento (Wenger, 1998), secondo la quale esso avviene per partecipazione attiva nella pratica di una comunità sociale e nella costruzione di una propria identità in relazione ad essa. In questa prospettiva l’apprendimento è una rappresentazione multipla guidata dall’attività e mediata dai linguaggi degli attori coinvolti.
2. Descrizione della procedura
L’accesso alla procedura di APEL è libero; è la persona interessata che si rivolge ad un Awarding Body, responsabile per la qualifica a cui aspira. Il candidato predispone un dossier, supportato da un advisor, e poi sostiene la valutazione.
Il dispositivo può essere finanziato dall’intervento dell’azienda, mentre in altri casi i costi vengono interamente coperti dai candidati.
Per quanto riguarda le procedure utilizzate per certificare il possesso di apprendimenti acquisiti tramite l’esperienza, ogni ateneo utilizza modalità proprie, non ci sono procedure univocamente accettate, ma con principi e caratteristiche comuni. Il primo, come dicevamo, riguarda la volontarietà del processo, a cui va fornito un adeguato supporto dagli esperti. Inoltre il procedimento deve conformarsi a tutti i requisiti richiesti per la valutazione, la metodologia deve seguire standard di qualità e prevedere un monitoraggio continuo del processo. La Quality Assurance Agency (QAA) fissa16 principi nelle sue Linee Guida, tra cui:
- le decisioni sull’accreditamento sono basate sul giudizio accademico;
- il processo dovrebbe essere rigoroso, chiaro, imparziale e accessibile;
- tutte le informazioni e criteri di valutazione dovrebbero essere trasparenti;
- dovrebbe essere impiegata una gamma di strumenti di valutazione;
- valutazione, politiche e procedure dovrebbero essere monitorate e riviste internamente ed esternamente.
Inoltre le pratiche di APEL necessitano di conformarsi al generico codice di pratiche dell’istruzione universitaria (HE Code of Practice) che assicura qualità e standard.
Il processo di APEL si compone di varie fasi. Le attività che il richiedente svolge sono essenzialmente le seguenti: identifica un potenziale programma o una potenziale qualifica e presenta una richiesta formale di certificazione delle competenze all’ente certificatore; confronta le proprie precedenti esperienze di apprendimento con i requisiti del programma o della qualifica e presenta un proprio profilo per la pre-valutazione. Produce poi un elaborato che contiene una riflessione sull’esperienza, allo scopo di identificare obiettivi rilevanti già raggiunti, specificandone la natura, il ruolo e l’esaustività e fornisce le evidenze relative ai risultati di apprendimento (portfolio). Successivamente uno o più valutatori intervengono per visionare e valutare il prodotto e fare richiesta di certificazione al dipartimento o al centro APEL.
Stadi nel processo di riconoscimento APEL
- Stage 1 – Advertising and marketing, recruitment
- Stage 2 – Considering enquiries
- Stage 3 – Dealing with applications from enquirers
- Stage 4 – Briefing, counseling, advising
- Stage 5 – Advising on Portfolio preparation
- Stage 6 – Portfolio assessment
- Stage 7 – Decision taking and ratification
[Stages in the APEL process – Fonte: SEEC, 2002]
Le figure che sono incaricate dentro l’istituzione che accredita i risultati di apprendimento, sono varie. Vanno distinti in particolare l’advisor e l’assessor. Il primo è colui che accompagna lo studente nel percorso di validazione e di produzione delle evidenze da inserire nel portfolio, ed ha una formazione specifica per facilitare tale processo. Il secondo è colui che si occupa della valutazione della documentazione, valuta le evidenze indicate dall’advisor seguendo criteri e standard di qualità definiti da ogni ateneo.
La dimostrazione del possesso delle competenze avviene utilizzando vari strumenti come l’elaborazione di progetti e diari, compiti o esami, produzione di artefatti o interrogazioni. Sebbene in presenza di un quadro frammentario, vi sono alcuni metodi e strumenti utilizzati in modo trasversale nelle varie regioni britanniche. Il portfolio e le riflessioni scritte sono tra gli strumenti più diffusi. Il portfolio per APEL può contenere ad esempio:
- un curriculum vitae che indica esplicitamente l’istruzione formale ricevuta e le esperienze lavorative;
- una job description delle esperienze lavorative, in cui specificare compiti e mansioni svolte;
- una lista di potenziali aree di apprendimento sviluppate durante l’attività lavorativa, esplicitando gli apprendimenti informali e non formali avvenute durante l’esperienza, in termini di conoscenze, abilità e competenze;
- produzione delle evidenze per ciascuna competenza di cui si richieda la certificazione; le prove possono essere documenti scritti come progetti o piani realizzati e relativi risultati, rapporti mensili o annuali, certificati, prodotti concreti realizzati, studi di caso, fotografie o video, CD, ecc.;
- un saggio di riflessione sull’apprendimento, che dia senso all’esperienza realizzata e poi alla sua teorizzazione nel portfolio; il saggio serve per esplicitare le motivazioni e le disponibilità ad intraprendere il programma di studi.
Nella maggior parte dei casi vengono riconosciute le competenze trasversali.
3. Benefici e problematicità
Come sottolineato in numerosi documenti a livello comunitario e internazionale (Werquin 2010, Cedefop 2009, Unesco 2012, ecc.), la validazione e certificazione delle competenze può portare a numerosi benefici e opportunità per un ampio ventaglio di soggetti: a livello personale i principali vantaggi appaiono essere: la possibilità di abbreviare i percorsi per il riconoscimento dei titoli formali; la possibilità di ricomporre i diversi momenti formativi e professionali, valorizzando il patrimonio di apprendimenti acquisiti e disegnando un percorso dotato di senso che contribuisce a rafforzare l’identità professionale, di ri-motivare e ri-orientare, migliorando l’autostima e la fiducia in sé, dando lo stimolo ad una nuova progettualità professionale e/o formativa. Per i sistemi dell’istruzione, promuove la costruzione di un linguaggio comune ai mondi dell’istruzione, della formazione e del lavoro, favorendo il dialogo e la collaborazione; migliora la possibilità di personalizzare gli interventi formativi; la possibilità di favorire i rientri in formazione da parte di chi non ha terminato i percorsi di studio, mediante il riconoscimento e la valorizzazione sul piano formativo dell’esperienza comunque realizza.
Accanto a questi innegabili vantaggi, non mancano gli aspetti problematici. Alcuni aspetti su cui serve uno studio approfondito riguardano: la comparabilità dei diversi tipi di apprendimento (esperienziale e accademico); la validità e affidabilità dei sistemi di valutazione; la professionalità di chi opera nel servizio; le risorse necessarie; il ruolo dell’università.
Su questo versante va notato come i dati statistici disponibili evidenziano come tali procedure ricoprano ancora un ruolo marginale quale chiave di ingresso al mondo accademico. Varie critiche sono rivolte all’enfasi sulla costruzione di prove di accreditamento, riducendolo a mera prova delle competenze di un individuo, con conseguente perdita di attenzione all’aspetto riflessivo e costruttivo del portfolio e verso l’accompagnamento ai candidati.
Seppur tale dispositivo sia applicato dalla quasi totalità delle istituzioni universitarie del Regno Unito, rimangono diversi aspetti problematici, tra cui: la resistenza degli ambienti accademici e delle corporazioni professionali; la scarsa conoscenza e comprensione delle procedure da parte di imprenditori e potenziali fruitori; la lunghezza e la difficoltà della procedura. Inoltre i costi del procedimento sono alti.
Altro aspetto importante, nel Regno Unito non esiste un unico sistema regolatore per il riconoscimento degli apprendimenti informali; rispetto ad altri Paesi europei non è stato sviluppato un vero e proprio quadro di riferimento normativo.
[1] RPL al suo interno si articola in diverse modalità o ambiti di certificazione: APL – Accreditation of Prior Learning; APCL – Accreditation of prior Certificated Learning; APEL – Accreditation of prior Experiential learning; AP(E/C)L – Accreditation of prior Certificated and/or Experiential Learning; APL&A – Accreditation of Prior Learning and Achievement Quality Assurance Agency for Hight Education, (2004). Guidelines on the accreditation of prior learning. Gloucester, p. 2
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