Società della conoscenza

a cura di Lucia Ariemma

Le consistenti mutazioni sociali, politiche, economiche, antropologiche, ma soprattutto tecniche e tecnologiche che caratterizzano il nostro tempo rendono necessario un costante aggiornamento delle conoscenze da parte di ogni membro della comunità che voglia essere parte attiva di essa. In altre parole, l’esigenza formativa emergente è quella di una continua revisione e riqualificazione delle proprie conoscenze e competenze da spendere in ambito lavorativo e professionale: conoscenze e competenze da utilizzare, quindi, nei contesti relazionali e personali, da usare per sentirsi al passo con i tempi. Pertanto, «la posizione di ciascuno di noi nella società di appartenenza verrà determinata dalle conoscenze che avrà acquisito. La società del futuro sarà quindi una società che saprà investire nell’intelligenza, una società in cui si insegna e si apprende, in cui ciascun individuo può costruire la propria qualifica» (Cresson-Flynn, 1996). Non a caso, «il primo e più immediato dei significati associati al termine società della conoscenza riguarda la rilevanza crescente del sapere in quanto risorsa per la vita individuale e collettiva. Oggi risorse economiche di base non sono più soltanto il capitale finanziario o le risorse naturali, ma anche, o forse soprattutto, i saperi, la creatività, le relazioni e tutto quello che oggi viene definito capitale umano e intellettuale» (Olimpo, 2010, pp. 5-6).

Ecco perché, tra le tante espressioni con cui si cerca di definire l’attuale società, quella di learning society appare sicuramente efficace, in quanto evidenzia l’aspetto definibile come pervasività della conoscenza, dei saperi e delle competenze, in tutte le dimensioni della vita associata e individuale, nel lavoro, nell’economia, nelle politiche di sviluppo, nella stessa distribuzione e concentrazione mondiale del potere e della ricchezza. Si tratta, cioè, di una società che trasmette nuove conoscenze, che stimola i suoi membri, favorendo in essi la capacità di apprendere e rielaborare nuove informazioni e nuovi saperi. «Il Villaggio globale richiede ai sistemi di formazione di fare la loro parte, che non è per niente secondaria, nel facilitare lo sviluppo della risorsa umana: non si tratta più di partecipare alla costruzione di società piramidali, ma di facilitare la piena realizzazione delle potenzialità umane, soprattutto dei più svantaggiati, perché il modello di società planetaria verso cui dobbiamo andare richiede il massimo investimento sulla risorsa uomo, per costruire la cittadinanza europea e trasnazionale dei diritti e dei doveri di tutti e di ciascuno, per realizzare la piena occupabilità e la piena affermazione di ciascuno nel lavoro, per garantire la piena comprensione e comunicazione tra le diversità individuali e tra quelle collettive, per liberare la Terra dai guasti di un’antropizzazione inquinante e distruttiva dei suoi delicati equilibri» .(Orefice, 2001,  pp. 216-217)

Dare una definizione di learning society può risultare, tuttavia, non semplice, a causa delle molteplici interpretazioni che di essa sono state date: «Apprendimento durante il corso della vita e sviluppo della società conoscitiva, della società dell’apprendimento o che apprende (learning society) sono concetti profondamente interconnessi. Queste definizioni, nella loro molteplicità di significati, pur nella vicinanza semantica, Metafore ed espressioni simboliche attraverso cui tentare di descrivere e di dare un significato (sempre frutto di una scelta culturale e scientifica partigiana) alla società contemporanea. Dalla società dell’informazione e della comunicazione al villaggio globale, dalla società complessa alla società trasparente,  dalla società postmoderna  alla società del rischio,  alla società dei due terzi,  dalla società dell’immagine  a quella del comunicante, possiamo vedere scorrere davanti a noi i processi di cambiamento, di trasformazione (o di resistenza agli stessi cambiamenti) che hanno caratterizzato gli ultimi decenni della storia delle società cosiddette “complesse”, nel passaggio dalla società industriale, o società del lavoro, alle multiformi interpretazioni della learning society.

Negli ultimi anni […] si sono utilizzate molte definizioni per tentare di cogliere i caratteri della società del futuro. È stato frequentemente utilizzato il concetto di società dell’informazione intesa come il villaggio globale dei media, con un’attenzione precipua all’importanza e all’invasione dell’informazione nella vita individuale e delle società. Oggi, invece, l’attenzione è rivolta sempre più alle possibilità effettive di acquisire informazioni e conoscenze, poiché la società dell’informazione non è necessariamente una società di individui in grado di essere informati e istruiti. Individui, cioè, in grado di raggiungere la capacità di ristrutturazione e di riorganizzazione della loro conoscenza, o comunque di dare senso alle informazioni stesse, esprimendo autonomia cognitiva e capacità di tradurre in linguaggio le differenze significative introdotte nel sistema dalle informazioni. Quindi l’acquisizione delle conoscenze, l’apprendimento e l’insegnamento divengono problemi primari.

Tentare di definire, anche alla luce di queste considerazioni, il concetto di learning society , tema su cui si è sviluppato un intenso dibattito a livello mondiale, è quantomeno complesso. Si potrebbe definirla come una società che: “stimola e consente che tutti i suoi membri e gruppi sviluppino continuamente le loro conoscenze, capacità e attitudini. L’istruzione è ancorata alla cultura come sua primaria condizione di esistenza. Ciò è considerato altamente importante nei programmi di molte istituzioni sociali. Oltre ai sistemi di istruzione numerose altre agenzie sono coinvolte, i mass-media, le organizzazioni sindacali, le industrie e il commercio, i servizi sanitari […] e quant’altro”.


 

BIBLIOGRAFIA

Alberici A. (2002), Imparare sempre nella società della conoscenza, Milano: Mondadori.
Alessandrini G. (2002) [ed.], Pedagogia e formazione nella società della conoscenza: atti del Convegno nazionale 2001 della Società italiana di pedagogia: Nuova formazione e nuove professioni nella società della conoscenza, Milano: Franco Angeli.
Orefice P. (2001), Società e educazione. Evoluzione del rapporto in Italia nel secondo novecento e all’inizio del duemila, in Sarracino V., Striano M. [eds], La pedagogia sociale. Prospettive di indagine, Pisa: ETS.
Van der Zee H. (1196), The Learning Society, in Raggart P., Edwards R, Small N. [eds], The Learning Socisty, London – New York: Routledge.