A cura di Laura Sara Agrati
René Barbier è professore emerito in Scienze dell’educazione. Dottoratosi in Sociologia dell’educazione nel 1976, ha insegnato presso l’Università di Parigi VIII Saint-Denis fino al 2007 anno in cui è diventato consigliere scientifico del CIRPP (Centro di innovazione e di ricerca pedagogica di Parigi).
I suoi ecclettici riferimenti teorici – che spaziano dal radicalismo di Castoriadis al transdisciplinarismo di Morin, dalla psicanalisi di Jung alla filosofia orientale di Krishnamurti – nonché i sui poliedrici interessi (poesia, politica, innovazione digitale) lo hanno reso un pensatore capace di rileggere, in maniera spesso originale, le categorie e le modalità di indagine delle scienze dell’educazione.
Il costrutto di ‘ricerca-azione’
La riflessione sulla ‘ricerca-azione’ ha occupato circa vent’anni della produzione di Barbier, dal 1970 al 1990. Nata come metodologia sperimentale in vista dell’azione e della modifica della realtà, la ‘ricerca-azione’ con Barbier è diventata un vero e proprio costrutto teorico che poggia sull’implicazione dei soggetti nei processi della conoscenza e della formazione.
Sin dalle sue prime riflessioni (1970-1980) la ‘ricerca-azione’ ha rappresentato per Barbier un tentativo di risposta ai limiti che molti studiosi in scienze umane e sociali avvertivano circa la scientificità della loro disciplina. Ispirandosi alla sociologia umanistica egli elabora in questo periodo (Barbier, 1977) una ‘ricerca-azione’ istituzionale finalizzata al cambiamento della realtà problematica e che indaga sull’attività educativa assumendo il punto di vista dei soggetti in formazione e degli organizzatori della pratica.
Nel decennio successivo (1980-1990) il sociologo francese estende il concetto di ‘ricerca-azione’ attraverso le categorie del sensibile, dell’immaginario, del corporeo, della creazione mito-poetica. Propende, allora, per una ‘ricerca-azione’ esistenziale e integrale (Barbier, 1983; 1996) tesa non tanto alla soluzione dei problemi ma al cambiamento dell’atteggiamento delle persone. È un tipo di ‘ricerca-azione’ comprensiva delle diverse componenti della vita (nascita, morte, vita sociale, formazione-educazione, interculturalità) e aperta “a qualcosa che va oltre la scienza: l’arte, la poesia, la filosofia, le dimensioni spirituali e multiculturali della vita” (1996, p. 61).
L’approccio alla ricerca di tipo ‘trasversale’
Le riflessioni sulla ‘ricerca-azione’ esistenziale hanno successivamente fatto maturare l’esigenza di un nuovo approccio alla ricerca che Barbier ha definito ‘trasversale’ (Barbier, 1997).
L’approccio ‘trasversale’ si ispira alla tecnica dell’ascolto sensibile dalle scienze umane: è “fondato sull’empatia, prova a riconoscere la realtà della persona al di là del suo sistema di rappresentazioni e di azioni imposto dall’ambiente, si lascia sorprendere dallo sconosciuto e non impone modelli di riferimento” (ibidem, p. 68). Trae spunto dalla teoria psicosociologica multireferenziale e propone una ‘suprema attenzione’, un contatto con gli oggetti di conoscenza nella triplice modalità scientifico-clinica, filosofico-esistenziale e mito-poetico.
Il concetto di ‘tappa’ nella vita
Ispirandosi ma di fatto superando l’idea junghiana di individuazione, Barbier propone un’altra originale lettura delle tappe di crescita dell’uomo e, quindi, anche del ricercatore.
L’intera trama esistenziale sarebbe scandita da una successione di tre tendenze principali: la prima è la propensione all’avventura, all’individuazione vera e propria; la seconda si esplica nell’adattamento al funzionamento sociale che genera conflitti arricchenti; la terza, nella prospettiva di un superamento dell’individuale, consiste in una relativizzazione degli approcci a favore della conciliazione degli elementi del vivere (Barbier, 2007).
Sul piano della riflessione educativa, Barbier propone quindi di abbandonare la nozione spiccatamente occidentale di ‘progetto di vita’ avanzando l’idea di ‘tappe della vita’ da intendere come progressivo approfondimento/scoperta del proprio rapporto con l’assoluto e del proprio legame con il mondo.
L’ibridazione tra civiltà e la democratizzazione del sapere
Da qui scaturisce il più recente interesse di Barbier per l’elaborazione/divulgazione di un nuovo pensiero umanista, teso all’emancipazione educativa, sociale e politica dell’uomo (Barbier, 2001).
Egli si dedica all’approfondimento dei reciproci rimandi tra autori di differente estrazione – psicanalisi (Jung), saggezza indiana (Sri Aurobido, Jiddu Krishnamurti), mitica cristiana (Meister Eckhart) – a favore di una cultura ‘ibrida’ che fonde istanze differenti: psiche e inconscio, coscienza e sconosciuto, razionale e non razionale.
Lavora dal 2002, a tale proposito, ad un progetto editoriale on-line – Les Journal des Chercheurs – con lo scopo di mettere a disposizione in forma del tutto gratuita un corpus di opere e materiali improntati alla tradizione della filosofia orientale, alla sociologia, alla psicosociologia critica francese, all’empirismo anglosassone, all’ecologia politica.
BIBLIOGRAFIA
Barbier R. (1977), La recherche-action dans l’institution éducative. Paris: Gauthier-Villars.
Barbier R. (1983), La recherche-action existentielle. Pour, La recherche-action, 90, pp. 27-31.
Barbier R. (1996), La recherche-action, Paris: Anthropos.
Barbier R. (1997), L’approche transversale. L’écoute sensible en sciences humaines, Paris: Anthropos.
Barbier R. (2007), Comment mourir et renaître au projet de vie en éducation?. Pratiques de formation – Analyses, 53, pp. 78-94.
Barbier R. (2001), Éducation et sagesse. La quête de sens, Paris: Albin Michel.