A cura di Stefania Ulivieri Stiozzi
Il concetto di campo deriva originariamente da Lewin (1961) il quale, all’interno di una visione gestaltica del gruppo, intuì l’utilità di indagare quest’ultimo come risultante complessiva di tutte le forze emergenti dal campo stesso. Esso, ispirato alle teorie fisiche, va a costituirsi come l’insieme delle spinte motivazionali e degli impulsi emotivi che caratterizzano il gruppo nel suo complesso. Queste considerazioni portarono innanizitutto a concepire il gruppo come un organismo che si muove in funzione di determinati vettori caricati affettivamente e inoltre, le forze individuate, secondo Lewin, indicano il gruppo non tanto come una somma di individui ma come un luogo di operazioni, all’interno del quale tali forze possono confrontarsi o scontrarsi, determinando qualitativamente il processo del gruppo stesso
Bion, raccolse l’idea lewiniana di campo, sforzandosi di descrivere il gruppo come l’insieme di complessi ideativo-rappresentativi strettamente connessi a comportamenti collettivi (gli assunti di base) (1961). Anche i concetti di cultura e mentalità (stili, linguaggi, patrimoni affettivi) rappresentano per Bion funzioni complesse della totalità del gruppo, autonome rispetto ai singoli individui.
In Argentina si deve ai coniugi Baranger (1961-62) la concettualizzazione del modello di campo applicato alla situazione analitica duale. Secondo I due psicoanalisti il campo è la risultante delle fantasie che retroagiscono tra analista e paziente e che essi non solo concorrono a determinare ma dalle quali sono determinati
In Italia un’interessante elaborazione del concetto di campo ai processi gruppali viene elaborata da Correale (1999), che, lavorando come terapeuta a contatto con gruppi di lavoro operanti nelle strutture psichiatriche, arriva a definire il campo come un processo fluido che i membri di un gruppo contribuiscono a direzionare ma da cui sono anche, per converso, orientati.
Correale distingue tra campo attuale del gruppo e campo storico: il campo attuale è l’insieme di forze che collega i membri di un gruppo, connettendone pensieri, emozioni, vissuti corporei, fantasie e dando vita ad uno spazio che è il punto di incrocio tra il livello trans-personale e il livello inter-individuale. Un’indicazione del campo attuale si rileva dal clima di un gruppo, dalla sua temperatura emozionale che un osservatore può rilevare, al suo primo ingresso nel gruppo. Il campo storico indica, invece, il processo della memoria del gruppo che si sedimenta in un deposito di idee, rappresentazioni, schemi mentali, vicende affettive che può costituire o un fecondo alleato del processo del gruppo o un ostacolo, tutte le volte che le dimensioni emozionali bloccano il processo idetivo del pensiero del gruppo stesso.
BIBLIOGRAFIA
Lewin, K. (1951) Field theory in social science: selected theoretical papers, New York: Harper &Brothers (trad. it., Teoria e sperimentazione in psicologia sociale, Bologna: Il Mulino, 1982).
Bion, W.R. (1961), Experiences in Groups, London: Tavistock (trad.it,: Esperienze nei gruppi, Roma: Armando).
Baranger, W.-Baranger, M. (1961-62), “La situación analítica como campo dinámico”, Rivista Uruguaya de Psicoánalisis, T.IV,N.1 ( trad. it., La situazione psicoanalitica come campo bi-personale, Cortina, Milano, 1990.
Correale, A. (1999), Il campo istituzionale, Roma: Borla.