“Contenitore” dell’organizzazione di Bion

A cura di Stefania Ulivieri Stiozzi

 

Il concetto di contenitore – contenuto- espresso da Bion anche mediante l’uso dei segni ♀ ♂) – viene descritto, fin dalle prime formulazioni, come meccanismo generatore del pensiero (Bion,1962b), Attraverso i segni ♀ (contenitore) e ♂ (contenuto) Bion cerca infatti di rappresentare una configurazione generale e costante le cui origini si trovano radicate nel mondo interno dell’uomo. Bion assume a punto di partenza per lo sviluppo del concetto di contenitore-contenuto il concetto di identificazione proiettiva così come elaborato nel lavoro di Melanie Klein (1946).

La Klein – che a sua volta sviluppa e utilizza un modello della mente prevalentemente spaziale, usando il modello di relazione madre-bambino come base per lo sviluppo dell’individuo, spiega come il bambino, per tollerare l’angoscia profonda generata dal nutrire verso lo stesso oggetto (la madre) sentimenti di natura opposta, effettui una scissione che gli permette di proiettare una parte della propria psiche (i propri sentimenti cattivi, non tollerabili perché indirizzati verso ciò che è al contempo oggetto d’amore e di mancanza) nel seno materno. Questo passaggio dei sentimenti cattivi all’interno del corpo-seno materno, la loro oggettivazione e simbolizzazione come “cosa altra da sé”, ne consente la “depurazione” che permette poi al bambino di re-introiettare al proprio interno “l’oggetto cattivo” in una forma ora più tollerabile per la propria psiche. Da questa teoria Bion astrae, allo scopo di servirsene come modello, l’”idea di un contenitore in cui viene proiettato un oggetto” e l’idea di un oggetto, da lui designato con il termine di “contenuto”, “che può essere proiettato nel contenitore” (Bion, 1962b).

A questo movimento segue una rielaborazione del contenuto da parte del contenitore, che rende possibile la successiva re-introiezione del contenuto, modificato in un rapporto che si mantiene sempre dinamico e interagente in entrambi i movimenti di espulsione e reintegrazione delle parti intollerabili evacuate. Ciò che viene re-introiettato, nella relazione ♀ ♂ però non è solo un contenuto modificato dall’elaborazione del contenitore, ma la capacità stessa di rielaborazione del contenitore. Questa sottolineatura marcata dal processo di astrazione del modello contenitore-contenuto permette a Bion di designare non solo la natura fortemente legata all’elemento corporeo insito in questo scambio reciproco tra un “dentro” e un “fuori”, ma anche di pensare la funzione contenitore-contenuto come la matrice dei processi di elaborazione del pensiero che regolano la vita intra-soggettiva e le relazioni inter-soggettive.

Obholzer (1996) sottolinea che il modello di contenimento dinamico e relazionale elaborato da Bion può essere utilmente applicato alla sfera delle relazioni sociali e che anche le organizzazioni possono funzionare efficacemente come contenitori, arginando l’ansia e sviluppando la capacità di pensare e di trovare efficaci strategie all’insorgenza dei problemi interni, o viceversa, non essere in grado di avere una sufficiente tenuta e stabilità per promuovere i processi di elaborazione delle ansie che si sviluppano al suo interno (Obholzer, 1996; Perini, 2007).

 


 

BIBLIOGRAFIA

Bion, W. R. (1962b), Learning from Experience London: William Heinemann (trad.it, : Apprendere dall’esperienza, Roma: Armando,1972).
Klein, M. (1946,. « Notes on some schizoid mechanisms », Int. J. Psychoanal., 27:99-110.(trad.it, : « Note su alcuni meccanismi schizoidi », in Scritti 1921-1958, Torino : Bollati Boringhieri, 1978,pp.409-434).
Obholzer, A. (1996). “Psychoanalytic contributions to authority and leadership issues”, The Leadership & Organization Development Journal, 1996, 17 (6).
Perini, M. (2007), L’organizzazione nascosta, Milano: FrancoAngeli.