Lo psiche-soma

A cura di Alessandra Pantaleone

 

La questione del rapporto tra psiche e soma è ormai ricorrente. Molti sono i movimenti di pensiero e gli approcci che hanno analizzato tale problema, dalla fenomenologia alla psicoanalisi alla più recente psiconeuroendocrinoimmunologia alla pedagogia. Qui si fa riferimento solo ad alcune prospettive, rimandando poi il lettore ad ulteriori approfondimenti. “Noi siamo, e quindi pensiamo; e pensiamo solo nella misura in cui siamo, dal momento che il pensare è causato dalle strutture e dalle attività dell’essere” (Damasio, 1995, p. 337). Così scrive Damasio in risposta al noto principio di Cartesio “Cogito ergo sum”, ovvero il “Penso dunque sono”, secondo cui la “res cogitans”, il pensiero, è separato dalla “res extensa”, cioè dal corpo dotato di estensione e di parti meccaniche. Secondo Cartesio, l’essenza dell’uomo consiste proprio nell’atto del pensiero e nella consapevolezza di esso. Il pensiero è distinto dal corpo e non ha bisogno di esso, di un fondamento materiale per esistere. Tale concezione separatista e razionalista dell’essere e della conoscenza ha ripercussioni ancora oggi, quando si celebra la supremazia della ragione rispetto alle emozioni, spesso ritenute secondarie e fuorvianti. Secondo Damasio l’errore di Cartesio è stato quello di non comprendere l’unione di mente e corpo. È necessario superare la dicotomia mente ed emozione, poiché è come se esistessero due menti: una che pensa e l’altra che sente e queste due modalità della conoscenza interagiscono per costruire l’unità della nostra vita mentale. Le sensazioni, le emozioni di una persona si avvertono a livello corporeo, “le emozioni sono avvenimenti corporei; letteralmente sono movimenti o moti interni del corpo che in genere sfociano in un’azione esterna” (Lowen A., 2004, p. 45) Come mostra la radice stessa della parola emozione, dal verbo latino “moveo” “muovere”, con l’aggiunta del prefisso “e-”, un “movimento da”. Ciò che contraddistingue le emozioni è l’essere essenzialmente “impulsi ad agire”, piani di azione dei quali ci ha dotato l’evoluzione, che predispongono il soggetto ad agire sull’ambiente in modo caratteristico, specifico. Per esempio, la collera aumenta la frequenza cardiaca, il sangue fluisce soprattutto nelle mani e una scarica di ormoni permette al corpo di avere molta energia, pronta per un eventuale attacco. Quando un soggetto prova paura, il sangue fluisce verso i grandi muscoli scheletrici, mentre le gambe e il corpo si immobilizzano per un istante, in uno stato di allerta, al fine di valutare se sia preferibile “attaccare” o fuggire. La felicità determina un aumento della disponibilità di energia, di entusiasmo, inibendo i sentimenti negativi. La tristezza, al contrario, provoca una caduta di energia, e quando si avvicina alla depressione rallenta il metabolismo. Questo permette al soggetto di ritirarsi in sé stesso, nella propria intimità, consentendo la riflessione e l’elaborazione del dolore. Lo scopo generale delle emozioni consiste, quindi, nella “produzione di una condotta che sappia reagire alla situazione inducente e nella generazione di una condizione interna idonea a preparare l’organismo per una determinata azione” (Anolli, 2002, p. 10). Le emozioni fungono da dispositivi di adattamento, poiché non solo sorgono come conseguenza della valutazione dello stimolo, ma predispongono ad adottare la condotta appropriata e immediata alla situazione. Le emozioni rappresentano un’interfaccia nella mediazione tra il soggetto e l’ambiente, poiché nascono in una situazione di conflitto tra gli scopi dell’individuo e le condizioni dell’ambiente. Esse determinano quindi un’interruzione del flusso delle azioni, per orientare l’attenzione sull’evento emotigeno, che è percepito come un ostacolo al fine di consentire una riorganizzazione delle priorità e dei propri scopi. L’emozione alimenta e informa le operazioni della mente, dal ragionamento alla presa di decisione. Esse inviano segnali che restringono il campo di decisione, eliminando alcune opzioni e ponendone in rilievo altre, in base alla bontà/nocività di una determinata scelta. La facoltà emozionale guida il processo decisionale in collaborazione con la mente razionale, consentendo il pensiero logico o rendendolo impossibile. Grazie alla facoltà emozionale, la mente può agire in modo più rapido, perché prende in considerazione il peso emotivo che deriva dalle nostre precedenti esperienze. Questo permette di facilitare il compito di selezionare opzioni vantaggiose per il soggetto da un punto di vista biologico ed evolutivo. La mente razionale, a sua volta, valuta gli stimoli emotivi, accettandoli, rifinendoli o controllandoli. La mente razionale è di solito la dimensione di cui si è più coscienti, poiché relativa al pensiero, alla riflessione. La mente emozionale è meno consapevole al soggetto, poiché più intima, primitiva, impulsiva, incontrollabile. Proprio per questa ragione molto spesso si cerca di “dominarla” attraverso la ragione. L’importanza di considerare la mente correlata al corpo è stata sostenuta e approfondita anche dalla bioenergetica (Lowen A., Lowen L., 1979; Lowen A., 2004). Essa è un modo di comprendere la personalità nei termini dei suoi processi energetici: cioè la produzione di energia tramite la respirazione e il metabolismo e la scarica di energia attraverso il movimento. Una delle tesi fondamentali della bioenergetica è che corpo e mente sono funzionalmente identici, cioè quanto avviene nella mente avviene nel corpo e viceversa. La bioenergetica è anche una forma di terapia che associa il lavoro sul corpo a quello sulla mente, al fine di aiutare i soggetti a superare i propri problemi emotivi e a sviluppare maggiormente il proprio potenziale. Si avvale di esercizi da praticare a livello del corpo, volti a favorire un contatto con sé, con le proprie tensioni e a scaricarle attraverso il movimento appropriato.

 

 


 

BIBLIOGRAFIA 

Anolli L., Le emozioni, Unicopli, Milano, 2002.
Damasio A. R., L’errore di Cartesio: emozione, ragione e cervello, Adelphi, Milano, 1995.
Lowen A., Lowen L., Espansione e integrazione del corpo in bioenergetica. Manuale di esercizi pratici, Astrolabio, Roma, 1979.
Lowen A., Bioenergetica, Feltrinelli, Milano, 2004.