La capacità negativa

A cura di Alessandra Pantaleone

Il termine è stato coniato dal poeta inglese John Keats nei primi decenni dell’Ottocento, nel tentativo di definire quella che, secondo lui, era la caratteristica principale dell’essere umano, cioè la capacità di rimanere sospesi tra incertezze e dubbi. Egli chiama “negativa” tale capacità per contrapporla al più frequente bisogno “positivo” del conoscere razionale e dell’intervenire, ricercando istantaneamente una rassicurante soluzione. Il poeta apparteneva al romanticismo inglese ed era convinto che la verità non risiedesse nella scienza o nel ragionamento filosofico ma nell’arte. Secondo questa prospettiva lo scopo non è, come nella scienza, risolvere problemi ma esplorarli, accettando che possa non esserci una soluzione immediata. Questo concetto è ripreso da Wilfred Bion (1970) all’interno del suo modello psicoanalitico, per indicare la capacità dell’analista di restare nel dubbio e nella confusione. L’autore utilizza il termine “capacità”, perché è espressione di doti naturali sviluppate attraverso un training, e “negativa”, proprio perché non si traduce nel fare ma nell’astenersi dal fare (Blandino, 2009). L’analista deve imparare ad ascoltare e a “capire” ciò che il paziente comunica ma anche imparare a “non capire”, rimanendo in rapporto con ciò che appare incomprensibile, contraddittorio, senza cercare di fornire interpretazioni ed ipotesi premature. È l’esercizio del “non capire” che permette a ciò che appare confuso di prendere progressivamente forma nel campo analitico. Come evidenzia Claudio Neri, quando l’analista, dopo essere rimasto a lungo nella condizione di – non capire -, arriva a proporre un’interpretazione, il fatto che egli sia restato in contatto con il non conosciuto conferisce alle sue parole una speciale multidimensionalità e apertura” (Neri, 2009).

 

 


 

BIBLIOGRAFIA 

Bion W.R. (1970), Attenzione e interpretazione, Armando, Roma, 1973.
Blandino G., Psicologia come funzione della mente. Paradigmi psicodinamici per le professioni di aiuto, UTET, Torino, 2009.
Neri C., La capacità negativa dello psicoterapeuta come sostegno del pensiero di gruppo, Rivista italiana di gruppoanalisi, 1-2, (2009): 159-175.