Storia educativa

a cura di M.B. Gambacorti-Passerini

 

L’espressione storia educativa si colloca all’interno della cornice teorica ed epistemologica che riconosce alla narrazione una potenzialità conoscitiva ed educativa (vedi scheda relativa a “raccontare l’educare”).

In particolare, la storia educativa può essere pensata come la trama che racconta la storia di un percorso educativo, dell’agire educativo di un professionista, di un’équipe, di un servizio.

Si proporrà, a questo proposito, una breve bibliografia ragionata che indirizzi il lettore verso alcuni testi che approfondiscono la possibilità di pensare all’educazione in maniera narrativa, tessendo trame di senso e significato per progettare l’agire educativo, significarlo e orientarlo.

I testi, raggruppati in brevi sezioni tematiche, permetteranno al lettore di trovare alcuni spunti per approfondire differenti direzioni e significati intorno al concetto di “storia educativa”.

 

Narrazione ed educazione: i testi proposti sono centrati sulla presentazione dell’intreccio tra le azioni del narrare e dell’educare.

  • Bellatalla, L. & Marescotti, E. (2005). Il piacere di narrare, il piacere di educare. Per una pedagogia della narratività. Roma: Aracne

L’ipotesi intorno alla quale ruota l’intero testo sta nell’idea che la categoria della narratività sia una categoria fondante (accanto ad altre)l’educazione. Il tentativo delle autrici è quello di chiarire come e perché non può esserci educazione senza narratività e, viceversa, narratività senza educazione.

  • Biffi, E. (2010) (a cura di). Educatori di storie. L’intervento educativo fra narrazione, storia di vita e autobiografia. Milano: Franco Angeli

L’intervento educativo avviene in una rete costruita da storie differenti: quelle degli operatori, degli utenti, dei servizi, delle famiglie…Il testo è rivolto a educatori, insegnati, operatori dell’area socio-educativa con l’obiettivo di indagare i significati sottesi al ruolo di tutte queste storie che, a volte inconsapevolmente, dirigono l’agire educativo quotidiano. I contributi raccolti documentano la potenzialità della metodologia autobiografica in diversi ambiti del lavoro educativo.

  • Demetrio, D. (2012). Educare è narrare. Le teorie, le pratiche, la cura. Milano: Mimesis.

La prospettiva del testo presenta i saperi e le pratiche della tradizione narrativa in un indissolubile intreccio con l’educazione. Si narra per educare e si educa a narrare: i differenti contributi presenti nel volume (oltre allo scritto di Duccio Demetrio sono infatti presenti contributi di Elisabetta Biffi, Micaela Castiglioni ed Emanuela Mancino) presentano pratiche ed esperienze differenti per riflettere sul necessario e fondamentale incontro tra narrazione ed educazione.

 

Narrazioni e storie di vita, strumenti per educare: i seguenti testi presentano prospettive e contributi volti a centrare l’attenzione dell’educatore sulla considerazione e l’utilizzo della narrazione e delle storie di vita quali aspetti fondanti la propria pratica professionale.

  • Cima, R., Moreni, L. & Soldati, M. G. (1999). Dentro le storie. Educazione e cura con le storie di vita. Milano: Franco Angeli.

Narrare la propria storia, ascoltare, scrivere è ricostruire la trama tra memoria, esperienza e identità, aspetti che ritornano continuamente nel lavoro educativo, formativo, di cura. Nel testo emerge come formarsi all’ascolto della storia, propria ed altrui, significhi apprendere una pratica di lavoro che facilita l’incontro tra “persone”, non solo come operatori ed utenti.

  • Demetrio, D. (1999). L’educatore auto(bio)grafo. Il metodo delle storie di vita nelle relazioni di aiuto. Milano: Unicopli

La narrazione di sé e la scrittura dell’autobiografia costituiscono un approccio educativo sostanziale ed efficace all’interno dei contesti dove si presenta l’esigenza di instaurare relazioni d’aiuto tramite il racconto o la scrittura della personale storia di vita. Gli educatori auto(bio)grafi applicano tale metodologia comunicativa soprattutto all’interno dei luoghi adibiti all’educazione o alla cura.

  • Laneve, C. (1994). Parole per educare. Brescia: La Scuola.

L’autore affronta temi che riguardano il senso dell’attività linguistica e narrativa della persona  umana e attinenti a tematiche attuali, quali l’identità linguistica, l’interculturalità. L’intento è quello di offrire un contributo al riavvaloramento del rapporto tra essere uomo e la parola.

 

Scrivere per raccontare l’educazione: si propongono alcuni testi che sottolineano una fondamentale competenza educativa: l’utilizzo della scrittura per narrare l’educazione e le storie educative, per dare ad esse visibilità e significato.

Biffi, E. (2014). Le scritture professionali del lavoro educativo. Milano: Franco Angeli.

In che modo il lavoro educativo può essere significato, reso visibile e manifesto, anche alle persone non direttamente coinvolte nella relazione educativa? Il volume propone un’esplorazione delle principali pratiche di scrittura utilizzate nei contesti educativi, tratteggiando lo scrivere come processo di scoperta e costruzione dei significati ad esso connessi. In tal senso, la prospettiva narrativa offre un orizzonte interpretativo utile per ripensare e riprogettare i processi di scrittura e di documentazione necessari al lavoro dei professionisti dell’educazione.

  • Cocever, E. & Chiantera, A. (1996). Scrivere l’esperienza in educazione. Bologna: Clueb

Tra il “fare esperienza”e l’ “avere esperienza” c’è un passaggio che richiede un accompagnamento. La messa in pensiero e in parole di quanto si è vissuto non è una pratica immediata. La scrittura pensata e praticata nei modi descritti in questo libro è strumento di elaborazione teso a far sì che l’esperienza quotidiana degli educatori sia una reale risorsa operativa per gli utenti e gli operatori dei servizi e per quanti si curano dell’elaborazione scientifica dell’educazione.

  • Perla, L. (a cura di) (2012), Scritture professionali. Metodi per la formazione. Bari: Progedit.

Il volume presenta la scrittura professionale del lavoro formativo, che ogni professionista del settore dovrebbe conoscere e padroneggiare per raccontare la sua attività. I diversi contributi presenti affrontano in maniera puntuale i molteplici tipi di scrittura in uso nei contesti educativi, come ad esempio la scrittura digitale, la scrittura narrativa del Sé insegnante, lo “storytelling”, l’“e-book”, le mappe didattiche, le scritture della documentazione, le scritture creative.

 

Ricerca narrativa: la sezione presenta alcuni contributi relativi alla ricerca narrativa, che utilizza proprio le storie educative quali dati da cui partire per costruire conoscenza sulle questioni educative.

  • Atkinson R. (2002), L’intervista narrativa. Raccontare la storia di sè nella ricerca formativa, organizzativa e sociale, Milano: Cortina

L’autore presenta un approccio alla ricerca basato sulla raccolta delle storie di vita. In particolare, l’intervista narrativa viene qui presentata quale strumento privilegiato per il ricercatore interessato a costruire conoscenza attraverso le storie raccontate dai partecipanti coinvolti.

  • Clandinin, D.J. & Connelly, F.M. (2000). Narrative inquiry: Experience and story in qualitative research. San Francisco: Jossey-Bass

Gli autori, riconosciuti sul piano internazionale come due tra i massimi esperti dell’utilizzo della narrazione nella ricerca qualitativa, mostrano come l’educazione e la ricerca educativa si basino sulla continua costruzione e ricostruzione di storie. La narrazione, in questo senso, è presentata come quella modalità di pensiero e ragionamento che dischiude il significato dell’esperienza umana, caratterizzando, dunque la ricerca centrata sul comprendere aspetti di essa.

  • Merrill B. & West L. (2009), Using Biographical Methods in Social Research, London: Sage

Scopo del testo è quello di presentare, in maniera pratica, come condurre una ricerca biografica volta alla raccolta e allo studio delle storie di vita. Oltre ad aspetti teorici ed epistemologici, ogni autore presenta la propria prospettiva per raccogliere e analizzare racconti e storie autobiografiche.

 

Narrare a scuola e in università: si presentano alcuni contributi specifici sull’utilizzo della narrazione per narrare esperienze educative nel contesto scolastico e universitario.

  • De Rossi, M. & Gentilini, G. (2007). Formare alla documentazione per narrare esperienze didattiche e di tirocinio. Padova: Cluep

Il testo presenta la prospettiva secondo la quale, attraverso la narrazione, sia possibile narrare esperienze educative e didattiche. Inoltre, viene presentata la necessità di formare le professioni educative e docenti alla capacità narrativa, proprio per saper raccontare l’agire professionale, attribuendo ad esso senso e significato.

  • Mattia, L. (2011). A scuola di narrazione. Come e perché scrivere con i bambini. Casale Monferrato: Edizioni Sonda.

Il testo affronta le diverse forme di narrazione, dalla narrazione collettiva a quella popolare, al teatro, al romanzo. A partire dalla necessità di raccontare, innata in tutti i bambini, vengono affrontati il ruolo fondamentale del docente, gli intrecci e la costruzione narrativa, alla scoperta dell’alfabeto narrativo. La seconda parte propone numerose attività che i bambini possono svolgere in classe per stimolare la loro voglia di narrare: dal diario, ai teatrini e alle filastrocche in rima.

  • Perla, L. (2012), Scrittura e tirocinio universitario. Una ricerca sulla documentazione, Milano: Franco Angeli.

 L’autrice presenta una ricerca avviata nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari a partire dall’A.A. 2010-2011, che mirava a esplorare l’esperienza del tirocinio, partendo dall’idea che la scrittura documentativa possa svolgervi un ruolo essenziale, per alcune particolari ragioni: in primo luogo perché la scrittura potenzia i processi di riflessività dello studente; a seguire, perché l’analisi delle scritture (da parte dei ricercatori) può fa emergere aspetti impliciti  dell’esperienza; infine perché le scritture possono costituire una prima fonte documentale di atti, azioni, attività del tirocinio stesso, per “fare memoria” e offrire possibilità di migliorare l’esperienza per studenti futuri.

  • Striano, M. (1999). Quando il pensiero si racconta. Roma: Meltemi.

Partendo dal racconto di un’esperienza formativa proposta ad un gruppo di insegnanti, l’autrice propone una serie di riflessioni intorno a domande e suggestioni nate nel contesto formativo, proprio intorno al tentativo di raccontare il pensiero all’interno della propria pratica professionale di educazione e insegnamento nel contesto scolastico.

 

Storie ed esperienza sociale: i testi presentano l’intreccio tra pensiero narrativo e vita quotidiana, evidenziando come la nostra storia educativa si costruisca anche nel corso dell’esperienza esistenziale.

  • Jedlowski, P. (2000). Storie comuni. La narrazione nella vita quotidiana. Milano: Mondadori

L’autore introduce il lettore verso la prospettiva secondo la quale noi siamo un intreccio di storie e gran parte della nostra attività quotidiana si costruisce e avviene proprio grazie alla capacità di raccontare. Il testo si propone, quindi, di presentare il legame tra narrazione e vita a partire da un punto di vista sociologico, proprio per mettere l’accento sull’importanza dell’abilità di narrare.

  • Smorti, A. (1994). Il pensiero narrativo. Costruzione di storie e sviluppo della conoscenza sociale, Firenze: Giunti

Oltre al pensiero logico-matematico, per la comprensione degli eventi sociali l’uomo si avvale del pensiero narrativo, fondato sulla costruzione di storie, con particolari procedure per costruire modelli interpretativi sulla realtà. In questo senso il testo presenta un’idea di pensiero inteso come racconto.

 

 

Autrice
M. Benedetta Gambacorti-Passerini, PhD, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la salute dell’Università di Milano. Ha condotto le sue ricerche sui temi della narrazione come strumento formativo per gli operatori sanitari, sull’incontro tra sapere medico e pedagogico nella pratica professionale, attraverso un approccio di ricerca qualitativo.