a cura di Loredana Perla
David Kolb, come teorico dell’educazione, ha influenzato gli studi sulla formazione professionale e sul comportamento organizzativo grazie alle modellizzazioni relative l’apprendimento esperienziale (experimental learning).
Si laurea in lettere nel 1939 e consegue un dottorato di ricerca in filosofia ad Harvard nel 1967. Nel 1985 ha fondato un istituto di ricerca sull’apprendimento esperienziale (Experience Based Systems Learning) e dal 1991 insegna Comportamento Organizzativo nell’Università di Cleveland.
Ciclo di apprendimento e Teoria dell’apprendimento esperienziale
Gli studi di J. Dewey, J. Piaget e K. Lewin consentono all’autore di elaborare una personale lettura dell’apprendimento esperienziale su presupposti funzionali, cognitivi e sociali.
Kolb prende spunto dal modello conoscitivo deweyano basato sul ciclo di “esperienza-riflessione-apprendimento”. Secondo Dewey la conoscenza – sia essa di tipo esperienziale o scientifico – si realizzerebbe come processo di soluzione di un problema, di uno stato di ‘turbamento’ e giunge alla soluzione chiarificatrice attraverso l’osservazione dei dati della realtà e l’elaborazione di ipotesi.
Dagli studi di Piaget, invece, mutua l’importanza dell’interazione dell’uomo con l’ambiente che indurrebbe schemi di azione e modelli mentali, in un processo continuo di assimilazione e adattamento reciproci
Da Lewin, invece, eredita il concetto di interdipendenza, tipico dei processi di apprendimento di tipo sociale. Secondo Lewin, infatti, vi sarebbe un rapporto di interdipendenza tra i membri del gruppo che modifica, adattandole, le azioni dei singoli e del gruppo stesso e che tende ad uno stato di equilibrio delle forze di disaggregazione.
Kolb arriva, così, ad elaborare il suo noto modello conoscitivo del learning cycle (fig. 1), in cui ogni anello della spirale presenta quattro fasi distinte in ogni ciclo:
- esperienza concreta: l’individuo è coinvolgimento pienamente nella percezione e nella sperimentazione dei dati dell’esperienza;
- osservazione riflessiva: l’individuo attiva un’osservazione sulla realtà, di tipo riflessivo in quanto ne favorisce una prima concettualizzazione operativa;
- concettualizzazione astratta: sulla concettualizzazione precedente l’individuo elabora ulteriori astrazioni che permettono di inferire relazioni di funzionamento;
- sperimentazione attiva: l’individuo è ormai in grado di produrre concetti esplicativi e teorie di azione sull’esperienza che, come un nuovo livello di conoscenza, potranno sempre essere testati ancora una volta dall’esperienza concreta.
Il modello del learning cycle di Kolb esalta l’aspetto esperienziale, attivo ed interdipendente – rispetto ai gruppi e all’ambiente – del processo di apprendimento, caratterizzato da continui adattamenti in una prospettiva mai conclusa di perfettibilità.
Come modello esplicativo il learning cycle varrà utilizzato per descrive tanto i processi di apprendimento quanto le procedure di conoscenza e di formazione nei contesti organizzativi diventando il nucleo fondante della teoria dell’Experiential Learning
Tale teoria definisce l’apprendimento come un processo continuo di trasformazione dell’esperienza e la conoscenza come il risultato dalla combinazione di due attività, dialetticamente correlate di:
- afferrare l’esperienza, sia essa esperienza concreta o concettualizzazione astratta;
- trasformare l’esperienza, sia essa osservazione riflessiva o sperimentazione attiva.
Gli stili dell’apprendimento
Ma Kolb lega la sua notorietà anche al costrutto degli stili di apprendimento, frutto delle riflessioni scaturite dal modello del learning cycle. L’autore sostiene che l’individuo, nel corso della vita, sviluppi la propensione per particolari stili di apprendimento di base, posti agli assi di convergenza dei quattro momenti del ciclo di apprendimento. Questi sono:
- lo stile divergente (diverger), di chi predilige l’esperienza concreta e l’osservazione riflessiva, di chi possiede capacità di immaginazione e di generazione di idee ed è in grado, per questo, di organizzare la complessità delle relazioni in una visione sistemica;
- lo stile convergente (converger), chi propende per la concettualizzazione astratta e la sperimentazione attiva e processi di ragionamento deduttivi e, per questo, capace di lavorare per obiettivi pratici attraverso procedure di soluzione di tipo analitico;
- lo stile accomodante (accomodator), di chi nel processo di apprendimento predilige la sperimentazione attiva e l’esperienza concreta, di chi risolvere i problemi in modo intuitivo e immediato e sa gestire le emergenze;
- lo stile assimilativo (assimilator), di chi predilige le fasi dell’osservazione riflessiva e della concettualizzazione astratta, chi possiede capacità di modellizzazione teorica, opta per processi induttivi di ragionamento.
BIBLIOGRAFIA
Kolb D. (1984). Experiential Learning: experience as the source of learning and development Englewood Cliffs: Prentice Hall.
Kolb D. (1991). The critique of pure modernity: Hegel, Heidegger and after. Chicago: University of Chicago Press.
Di Nubila R., Fedeli M. (2010). L’esperienza: quando diventa fattore di sviluppo. Lecce: Pensa Multimedia.
Boyatzis et al. (1999). Innovation in Professional Education: Steps on a Journey from Teaching to Learning. San Francisco: Jossey-Bass.
Baker A., Kolb D. (2002). Conversational Learning: An Experiential Approach to Knowledge Creation. Westport: Quorum Books.
RIFERIMENTI SITOGRAFICI
http://learningfromexperience.com