A cura di Alessandra Pantaleone
Freud (1856 – 1939) studia medicina e si specializza in istologia e neurologia; successivamente si orienta allo studio delle malattie mentali, in particolare dell’isteria. Parte da una preparazione scientifica positivista, ma la concezione della malattia come mero danno organico appare fin da subito limitata, portandolo ad elaborare una terapia basata su nuove basi: la psicoanalisi. Il termine compare per la prima volta nel 1896, a intendere un modello teorico-esplicativo unitario volto alla conoscenza e al trattamento di determinati disturbi psichici. Essa indica allo stesso tempo: un procedimento empirico rivolto all’indagine dei processi psichici; un metodo terapeutico per il trattamento dei disturbi nevrotici; un corpo di teorie, di conoscenze psicologiche sul comportamento umano e sulla struttura della personalità, acquisite dalle osservazioni sistematiche. Si basa su due ipotesi fondamentali: il “determinismo psichico”, secondo cui ogni evento psichico è determinato da eventi precedenti e la natura prevalentemente “inconscia” dei processi psichici (Freud, 1899, 1901). L’autore concepisce inizialmente il funzionamento psichico come regolato da due principi fondamentali: il “Principio di piacere” (Idem, 1899), secondo cui la nostra psiche mira ad ottenere il piacere, ricercando una gratificazione immediata, ma prima ancora tenta di evitare il dispiacere tramite la riduzione dell’eccitazione; il “Principio di realtà”, che evidenzia come il soggetto, dovendosi adeguare alle richieste ambientali, sia costretto ad abbandonare il piacere immediato per una gratificazione differita. Successivamente, Freud elabora il principio della “coazione a ripetere” che agisce “al di là del principio del piacere”: il soggetto tende a ripetere esperienze particolarmente intense, anche se queste hanno un contenuto sgradevole o doloroso. Ciò è attribuibile al carattere conservatore delle pulsioni. Secondo questi due principi il funzionamento dell’apparato psichico avviene secondo due “processi” detti “primari” e “secondari” (Idem). I primi sono propri del sistema Inconscio e sono caratterizzati dal libero fluire dell’energia psichica, con la conseguente gratificazione immediata. I processi secondari, invece, caratterizzano il sistema Preconscio e Conscio. L’energia psichica è qui controllata, il suo fluire non è libero e la gratificazione è differita. Il passaggio dal processo primario a quello secondario avviene gradualmente, in seguito alla necessità di adattamento dell’apparato psichico rispetto alle necessità dell’ambiente. Tra le principali teorie sviluppate da Freud si evidenziano la teoria delle pulsioni, le teorie dell’apparato psichico, la teorizzazione dei meccanismi di difesa, la teoria dello sviluppo psicosessuale, connesso alle problematiche edipiche. In riferimento alla Teoria delle pulsioni, l’autore intende con questo ultimo termine un processo dinamico consistente in una spinta (carica energetica, fattore di motricità) che fa tendere l’organismo verso una meta (Blandino, 2009; Laplanche, Pontalis, 2010). La pulsione produce, quindi, uno stato di eccitazione che spinge ad agire per una sua cessazione. La teoria psicoanalitica si orienta poi verso la formulazione del 1920, quando Freud afferma il dualismo continuo tra “pulsioni di vita” (Eros), vale a dire pulsioni sessuali di autoconservazione, e “pulsioni di morte” (Thanatos), le quali tendono sia alla riduzione delle tensioni, sia alla tendenza autodistruttiva che mira a scaricare completamente la tensione nella direzione della dissoluzione, grazie a un’estinzione del soggetto stesso nel mondo inorganico. In riferimento alla Teoria dell’apparato psichico, Freud elabora due teorie (Freud 1915, 1922): la prima topica e la seconda topica. La prima fa riferimento a tre sistemi che strutturano l’apparato psichico: Conscio (coscienza comunemente intesa), Preconscio (zona intermedia in cui risiedono processi e contenuti psichici non attualmente coscienti, ma che possono divenirlo), Inconscio (sede delle rappresentazioni e contenuti rimossi, bloccati dalla censura nell’accesso alla parte cosciente). Nella seconda teoria, l’autore divide l’apparato psichico in tre istanze o strutture: l’Es, l’Io e il Super-Io. L’Es è l’istanza più antica, nucleo dell’apparato psichico. Paragonata ad una “pentola ribollente”, attinge energia dalle pulsioni ed è regolata dal principio di piacere. L’Io, cioè la parte conscia dell’apparato psichico, si sviluppa differenziandosi dall’Es sotto l’influenza del mondo esterno. Funziona come mediatore tra elementi conflittuali: mondo interno, mondo esterno, pulsioni dell’Es e richieste del Super Io. Quando l’Io avverte dei pericoli che minacciano l’integrità si serve del “segnale di angoscia”, il quale mette in moto i “meccanismi di difesa” (Freud A., 2012). Essi sono una risorsa adattiva dell’organismo e permettono di vivere nel mondo in maniera sufficientemente adeguata. Il Super Io – in parte inconscio, censore morale della personalità – si sviluppa a seguito delle vicende edipiche, con la modificazione dell’Io procurata dall’interiorizzazione delle norme morali. Le sue funzioni sono l’autoconservazione, la coscienza morale. Inibisce le pulsioni e si oppone all’Io e all’Es. Secondo la Teoria dello sviluppo psicosessuale (Freud, 1905) la pulsione è collegata a un’eccitazione somatica, quindi lo sviluppo psicosessuale è caratterizzato dalla centralità di una zona erogena, cioè zona del piacere, che cambia a seconda della tappa di sviluppo. Le fasi sono 5: tre pregenitali – orale 0-2 anni, anale 2-4 anni, fallica 4-6 anni (in cui si verifica il complesso di Edipo: il bambino sviluppa un attaccamento di tipo sessuale al genitore opposto e rivalità nei confronti del genitore dello stesso sesso. Il complesso si risolve poi con il processo di identificazione del bambino con il genitore dello stesso sesso) -, un periodo di latenza (6 anni-pubertà) e la fase genitale (pubertà in poi). Se tali fasi non vengono vissute e superate correttamente il bambino potrà andare incontro a problemi di vario tipo come, ad esempio, la fissazione o la regressione. A partire da questi fondamenti, Freud svilupperà poi un pensiero molto articolato e complesso, per il quale si rimanda alla monumentale raccolta delle sue opere (Freud, Opere, Bollati Boringhieri, 1966 – 1980).
BIBLIOGRAFIA
Blandino G., Psicologia come funzione della mente. Paradigmi psicodinamici per le professioni di aiuto, UTET, Torino, 2009.
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