A cura di Patrizia Magnoler
Il termine burnout è stato utilizzato, a partire dagli anni ’70, da Freudemberger (1974), per descrivere la situazione personale/lavorativa nella quale si vengono a trovare i soggetti che operano soprattutto nelle professioni di aiuto (helping professions). Tale contestualizzazione della sindrome del burnout è dovuta al fatto che è strettamente connessa alle problematiche che si sviluppano nelle professioni a prevalenza relazionale, dove vi è una stretta relazione fra operatore e utente. Per Freudemberger l’elemento eziologico più importante nella sindrone del burnout è dato dalla disparità tra obiettivi da raggiungere e risorse personali. Il modello proposto è di derivazione psicoanalitica, e quindi, i fattori contestuali e organizzativi risultano poco significativi in termini causali.
Successivamente il termine è stato utilizzato per descrivere un disagio anche in altre professioni (Maslach, 1982) ma rimane perlopiù connesso alle attività più strettamente definibili “sociali” (Garden, 1989). F
Il burnout è caratterizzato da un “esaurimento fisico, sensazione di mancanza di aiuto, disperazione, esaurimento emotivo, sviluppo negativo del concetto di sé, attitudini negative nei confronti del lavoro, della vita e verso le persone; è un senso di dolore, di insoddisfazione e di insuccesso nella ricerca di ideali” (Pines, Aronsons e Kafry, 1981, p.15). Consiste in una “progressiva perdita di idealismo, di energia, di obiettivi e riguarda il prodotto delle condizioni di lavoro” (Edelwich e Brodsky, 1980, p.14)
I sintomi del burnout sono riconducibili a sette tipologie fondamentali (Burisch, 1985):
- Accresciuto impegno verso gli obiettivi. Inizialmente si ravvisa una iperattività, la percezione di essere indispensabili e di non avere mai tempo, la negazione dei propri bisogni. Successivamente si sviluppa uno stato di esaurimento caratterizzato da esaurimento delle energie, stanchezza cronica, aumento della possibilità di incidenti.
- Riduzione dell’impegno. a) verso i clienti – disillusione, maggiore distanza emotiva, perdita di empatia, colpevolizzazione dei clienti – b)verso gli altri in genere – rigidezza, difficoltà di ascolto – c) verso il lavoro – disillusione, difficoltà ad andare al lavoro, attribuzione alla sola retribuzione la soddisfazione del lavoro – d)aumento delle rivendicazioni – perdita degli ideali, sensazione di essere sfruttato.
- Reazioni emotive e colpevolizzazione. Si alternano atteggiamenti depressivi (sentimenti di colpa, autostima ridotta, oscillazioni dell’umore, sentimento di impotenza…ad atteggiamenti aggressivi quali l’intolleranza, l’incapacità di costruire dei compromessi, negativismo, irritabilità, rabbia e risentimento).
- Il declino. Lo si ravvisa nell’efficienza cognitiva (difficoltà di concentrazione e memoria, incapacità di affrontare compiti complessi, incapacità decisionale…), nel declino della motivazione (iniziativa ridotta, esecuzione pedissequa degli ordini…), declino della creatività e indifferenziazione (pensiero rigido, resistenza ai cambiamenti).
- L’appiattimento nella vita emotiva (inaridimento, indifferenza), nella vita sociale (rifiuto di contatti informali, chiusura in se stessi, rifiuto di parlare del proprio lavoro…), nella vita psichica (abbandono degli hobby, disinteresse, noia)
- Le reazioni psicosomatiche. Si nota un generale indebolimento della reazione immunitaria, incapacità di relazionarsi nel tempo libero, disturbi del sonno, disturbi respiratori, cefalee, tic, abitudini alimentari alterate…).
- La disperazione. È visibile da atteggiamenti negativi verso la vita, perdita di senso e delle speranze, profonda disperazione esistenziale.
Il burnout è identificabile come un processo e non un evento. Maslach e Jackson (1981) hanno costruito uno strumento che ha consentito di individuare i tre aspetti fondamentali che caratterizzano i sintomi e l’evoluzione: esaurimento emotivo, spersonalizzazione e ridotta realizzazione professionale
BIBLIOGRAFIA E RISORSE
Freudemberger H.J., (1974). Staff Burnout. Journal of Social Issues, 30 (1), 159-165.
Maslach C. (1982). Burnout the Cost of Caring . Englewood Cliffs, Prentice Hall, NJ. Trad. It. La Sindrome del Burnout,
Burich M. (1985). Burnout. Psicologia Contemporanea, 127, 34-41.
Gabassi P.G., Mazzon, M. (1995). Burnout: 1974-1994. Franco Angeli, Milano.
Anchisi R., Gambotto Dessy M. (2014) Il burnout del personale sanitario http://www.medicalsystems.it/wp-content/uploads/2015/10/214_Stress-e-burnout.pdf