Paolo Freire

a cura di Brunello BuonocorePAULO FREIRE

“Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo,  gli uomini si educano insieme, con la mediazione del mondo”.

Paulo Freire, uno dei più grandi pedagoghi mai esistiti, è noto per aver elaborato un metodo di alfabetizzazione che in sole 40 ore insegnava agli adulti non solo a leggere e scrivere, ma soprattutto a capire meglio il mondo. La sua figura non può essere scollegata dalla realtà del Brasile a partire dagli anni Sessanta, delle comunità di base e del concetto di coscientizzazione. Con l’appoggio del governo, delle correnti politiche di sinistra e della Chiesa, Freire, che aveva promesso  di alfabetizzare in dodici mesi sei milioni di brasiliani, dal 1962 iniziò la formazione di 20.000 circoli culturali, che avrebbero reso possibile il suo piano. Questa pagina di storia però non venne mai scritta, perchè il golpe militare del 1964 cancellò il suo progetto e incarcerò il “traditore”, che in seguito preferì la via dell’esilio in Cile. Nel 1969 gli fu offerto un posto di visiting professor all’ Università di Harvard, poi lavorò a  Ginevra come consigliere educativo speciale del Consiglio Ecumenico delle Chiese e quindi si occupò della riforma educativa nelle colonie portoghesi in Africa, in particolare in Guinea Bissau e in Mozambico. Solo nel 1979 poté fare ritorno in Brasile, dove rimase stabilmente. Freire si unì al PT Partido dos Trabalhadores e dal 1980 attuò la supervisione dei progetti di alfabetizzazione degli adulti e di educazione più in generale specialmente nello Stato di São Paulo. Freire è autore di una ventina di libri. “La pedagogia degli oppressi” e “L’educazione come pratica della libertà”, pubblicati in Italia,  contengono la sua riflessione teorica sul tema dell’alfabetizzazione.  Partendo dalla premessa che l’uomo non è un essere astratto, ma radicato nel tempo e nello spazio, Freire analizza le varie relazioni che intercorrono tra queste tre componenti a partire dall’esperienza quotidiana. Da questo punto di osservazione anche le persone più semplici sono in grado di fare una lettura della realtà, scoprendo gli inganni di cui sono vittime e iniziando così un processo di liberazione, chiamato coscientizzazione. A questo tipo di educazione Freire contrappone quella che definisce “educazione depositaria” (oppure bancaria)- così definita perché l’intervento educativo diventa un atto del depositare (come nelle banche) – secondo la quale le persone si dividono tra coloro che sanno e coloro che non sanno. Ai primi spetta comunicare agli altri il frutto del loro sapere, trasmettere loro la sicurezza che credono di possedere, insieme alle norme di comportamento. Dai secondi si pretende l’umiltà di imparare, obbedire ed eseguire quanto viene loro detto. Tale visione, secondo Freire, adottata da ogni tipo di dominatore, lascia il mondo esattamente come lo trova, perché riduce l’uomo a un mero esecutore di ordini. Egli propone invece la “pedagogia degli oppressi”, che partendo dalla consapevolezza che l’azione di educare è indissolubilmente legata a quella dell’imparare, ambisce non tanto a conoscere, quanto a trasformare la realtà. In questa nuova visione, il docente insegna e impara e il discente impara e insegna, e se entrambi hanno mantenuto la principale caratteristica dell’uomo, cioè la capacità di stupirsi di fronte alle meraviglie della natura e della storia, saranno in grado non solo di interpretare gli avvenimenti, ma anche di produrre dei cambiamenti significativi.

 


 

BIBLIOGRAFIA

Opere di P. Freire in lingua italiana

L’educazione come pratica della libertà,  1973,Mondadori
La pedagogia degli oppressi , 2011, EGA-Edizioni Gruppo Abele
Pedagogia della speranza, 2014, EGA-Edizioni Gruppo Abele
Pedagogia dell’autonomia. Saperi necessari per la pratica educativa, 2014, EGA-Edizioni Gruppo Abele

Su Paulo Freire
Tagliavia L’eredità di Paulo Freire, 2011 EMI Editrice Missionaria Italiana